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Comunali 2016, l’incarico a Luigi Incarnato e le promesse a Luca Morrone

Tornano a far discutere le elezioni comunali 2016 di Cosenza e la decadenza del sindaco Mario Occhiuto. Ricordate come finì la prima avventura di Mario Occhiuto alla guida del comune di Cosenza? A pochi mesi dalla fine del mandato, ex consiglieri di maggioranza e minoranza, firmarono davanti al notaio la dimissioni per far decadere il

Comunali 2016, l’incarico a Luigi Incarnato e le promesse a Luca Morrone

Tornano a far discutere le elezioni comunali 2016 di Cosenza e la decadenza del sindaco Mario Occhiuto.

Ricordate come finì la prima avventura di Mario Occhiuto alla guida del comune di Cosenza? A pochi mesi dalla fine del mandato, ex consiglieri di maggioranza e minoranza, firmarono davanti al notaio la dimissioni per far decadere il sindaco. Ma dietro quella scelta, secondo quanto affermano i magistrati della Dda di Catanzaro, non c’era nulla di politico.

Il ruolo di Luigi Incarnato

L’artefice della decadenza di Mario Occhiuto sarebbe stato Luigi Incarnato, all’epoca dei fatti contestati dai magistrati di Catanzaro, «consigliere regionale con delega alle Infrastrutture e Lavori Pubblici». In realtà, l’esponente del Psi calabrese, difeso dall’avvocato Franz Caruso, non era in Consiglio regionale.

Secondo quanto emerge da uno dei capi d’accusa contenuti nell’avviso di conclusioni delle indagini preliminari, Incarnato, «sfruttando le sue relazioni politiche con i consiglieri del Comune di Cosenza» ed «in particolare con Marco Ambrogio, Giovanni Cipparrone, Luigi Formoso, Mimmo Frammartino, Maria Lucente, Giuseppe Mazzuca, Sergio Nucci, Enzo Paolini, Giovanni Perri, Salvatore Perugini, Roberto Sacco, Cataldo Savastano, Raffaele Cesario, Franco Perri, Pino Spadafora e Roberto Bartolomeo» si sarebbe fatto promettere «e poi dare da Nicola Adamo e Mario Oliverio un vantaggio patrimoniale rappresentato dalla possibilità di ricoprire incarichi pubblici e/o istituzionali, come presso della propria mediazione illecita verso i predetti consiglieri comunali di Cosenza, in relazione al compimento da parte di questi ultimi di atti contrari ai loro doveri d’ufficio, nel caso di specie consistiti nella sottoscrizione contestuale delle proprie dimissioni da consiglieri comunali allo scopo di determinare l’automatica decadenza di Mario Occhiuto da sindaco di Cosenza». 

Così, l’esponente del Pd calabrese Nicola Adamo e il presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio avrebbero remunerato «indebitamente Luigi Incarnato, designando o comunque agevolando la nomina dello stesso a commissario liquidatore della Sorical spa». Fatti commessi, secondo i carabinieri del Noe di Roma, l’11 febbraio del 2016. Qualche giorno dopo, Incarnato sarà nominato commissario liquidatore della Sorical.

La promessa fatta a Luca Morrone

Tra gli indagati figura anche Luca Morrone, ex presidente del consiglio comunale di Cosenza ed attuale consigliere comunale di minoranza. Per i magistrati anche lui avrebbe potuto trarre vantaggio dalle promesse fatte da Nicola Adamo e Mario Oliverio.

Infatti, «in qualità di pubblico ufficiale, presidente del consiglio comunale di Cosenza, per compiere un atto contrario ai suoi doveri d’ufficio, dunque, per sottoscrivere le proprie dimissioni da consigliere comunale» nel 2016 «allo scopo di determinare la decadenza di Occhiuto» avrebbe accettato «quale utilità indebita, la promessa effettuata, in concorso tra loro, da Nicola Adamo e Mario Oliverio di ricoprire alternativamente o la carica di vice sindaco in seno alla compagine politica eventualmente vincitrice nelle successive elezioni comunali di Cosenza o comunque un incarico di ingegnere presso la Regione Calabria». Per la cronaca, Luca Morrone si candidò con Carlo Guccione nella coalizione “Grande Cosenza”. 

In questo caso per tutti scatta l’aggravante di avere rispettivamente formulato ed accettato una promessa illecita avente ad oggetto (anche) il conferimento di un incarico di pubblico impiego. Tuttavia, per competenza territoriale gli atti del fascicolo passeranno alla procura di Cosenza, in quanto il reato di corruzione propria aggravata sarebbe stato commesso nella città capoluogo di provincia il 6 febbraio 2016. (alan)

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