venerdì,Marzo 29 2024

L’sms di Nicola Adamo: «Mario Occhiuto deve cadere, ma con chiarezza»

Le presunte manovre illecite di Nicola Adamo (e Oliverio) per far cadere il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto sono tra le poche contestazioni che superano la soglia della gravità indiziaria.  Il gip di Catanzaro, Antonio Battaglia ritiene che la gravità indiziaria sia sussistente soltanto in tre dei tanti capi d’accusa contenuti nella nuova inchiesta della

L’sms di Nicola Adamo: «Mario Occhiuto deve cadere, ma con chiarezza»

Le presunte manovre illecite di Nicola Adamo (e Oliverio) per far cadere il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto sono tra le poche contestazioni che superano la soglia della gravità indiziaria. 

Il gip di Catanzaro, Antonio Battaglia ritiene che la gravità indiziaria sia sussistente soltanto in tre dei tanti capi d’accusa contenuti nella nuova inchiesta della procura di Catanzaro. Tra questi v’è il caso di Luca Morrone, per il quale l’ufficio inquirente diretto dal procuratore capo Nicola Gratteri aveva chiesto gli arresti domiciliari. 

La ricostruzione del gip

Il primo dato che emerge è l’sms di Nicola Adamo, inviato al capogruppo del Pd regionale Seby Romeo. «“Se riusciamo a far cadere Occhiuto”» scrive l’ex vicepresidente del Consiglio regionale ai tempi di Agazio Loiero, «”dobbiamo farlo con chiarezza, non deve apparire come una congiura di palazzo, rischieremmo un boomerang”». Il 60% dei cosentini a giugno del 2016 eleggerà di nuovo sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. 

Per interrompere la prima esperienza amministrativa dell’architetto cosentino, dunque, è necessario l’apporto dei consiglieri comunali che, qualche giorno più tardi, si presentano davanti a un notaio firmando le dimissioni.

In questo ambito si inserisce la posizione di Luigi Incarnato, per il quale la procura di Catanzaro non ha avanzato alcuna richiesta di misura cautelare, che farebbe da mediatore tra il governo regionale e i 17 consiglieri comunali. In cambio, il segretario regionale del Psi ottiene l’incarico di  commissario liquidatore della Sorical.

«L’anomalia di questa nomina – evidenzia il gip – viene commentata in una telefonata tra Zinno e Volper ed in una successiva tra Zinno e Gatto che peraltro sottolineano la mancanza di competenza da parte di Incarnato e l’importo mensile che viene attribuito per questa carica, pari a 18mila euro al mese». 

Le promesse a Morrone

Per convincere, invece, uno dei consiglieri comunali dell’epoca, Nicola Adamo e Mario Oliverio avrebbero fatto delle promesse a Luca Morrone, nel 2016 presidente del consiglio comunale. Dalle indagini emerge che i due politici del Pd avrebbero prospettato la seguente situazione al figlio di Ennio, attuale consigliere regionale: se Lucio Presta avesse battuto Mario Occhiuto, Luca Morrone sarebbe diventato il vicesindaco, in caso di sconfitta, essendo lui un ingegnere, avrebbe ottenuto un incarico dirigenziale alla Regione Calabria. Tutto ciò viene intercettato dalla procura di Catanzaro il 6 febbraio del 2016.

Adamo dice ad Oliverio: «Se vince Presta lui giustamente è disponibile lui vuole, insomma va alla ricerca di fargli il vice sindaco, no? Se si perdono le elezioni comunali siccome lui è un manager, è ingegnere, un incarico regionale, in attesa che si candida la prossima volta alla Regione, però ci deve essere». Oliverio risponde: «Va bene, va bene, va bene… ok, ciao. E’ meglio non parlarne al telefono». 

Il gip di Catanzaro attribuisce il ruolo di regista a Nicola Adamo. «Mancini chiama Adamo e si complimenta con lui per l’ottima regia nel corso di una lunga conversazione nella quale il secondo non nasconde il suo compiacimento per il buon fine dell’operazione». Inoltre «Zuccarelli scrive sul gruppo che il merito è di Adamo (provocando la reazione di questi)», poi «Zinno si complimenta con un sms», ma lo stesso Adamo «è preoccupato delle dichiarazioni apparse sul Tg3 in cui si parla di corruzione elettorale». 

La strategia per far cadere Occhiuto, tuttavia, nasce dalla volontà del governo regionale di realizzare in tutti i modi la metropolitana leggera tra Cosenza e Rende. Ma nel 2016 il sindaco di Cosenza è fortemente contrario. Per i magistrati, quindi, «non si tratta di un’operazione di natura politica ed idealista, ma di un’operazione strettamente collegata alla realizzazione della metropolitana». Ne parlano anche Luigi Zinno e Giuseppe Lo Feudo.

La ferma volontà di Occhiuto di non cedere al progetto della Regione alimenta la rabbia di Adamo e Oliverio. «“Ah ieri sera, stanotte, lui ha dichiarato che non vuole fare né la metropolitana né l’ospedale» scrive l’ex consigliere regionale. «Ahhh non vuole fare né metropolitana né ospedale» dice Oliverio e Adamo aggiunge: «Lo sai che ti dico? Il nuovo ospedale lo facciamo a Rende». 

Le valutazioni

«Nessun dubbio che a Morrone, in qualità di consigliere e presidente del Consiglio comunale di Cosenza, possa essere attribuita la qualifica di pubblico ufficiale, elemento indispensabile e essenziale per la configurazione del reato proprio di corruzione» sentenzia il gip. Più nello specifico, ritiene che «possa rientrare nella nozione di utilità, oltre che l’offerta di un incarico alla Regione, anche quello alternativo della prospettiva di ricoprire la carica di vice sindaco nella successiva consiliatura nel caso in cui lo schieramento facente capo ad Adamo ed Oliverio avesse effettivamente vinto le elezioni».

«Appare del tutto chiaro come l’atto di dimissione di Morrone rappresenti un atto di asservimento alla strategia personalistica di Adamo ed Oliverio in pregiudizio alla propria amministrazione comunale. Altrettanto chiara, sul piano della gravità indiziaria, è la promessa di utilità richiesta da Morrone ed accordata da Adamo» conclude il gip.

Quanto alle esigenze cautelari, il dottor Battaglia evidenzia che «l’avvenuto ridimensionato delle condotte concretamente riconducibili nell’area del penalmente rilevante, incide anche sulla valutazione delle esigenze cautelari da salvaguardare rendendo molto sfumata la tendenza a delinquere dei soggetti indagati, tutti chiamati a rispondere di un solo capo d’accusa». Per cui viene meno anche il pericolo di reiterazione del reato. (Antonio Alizzi)

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