mercoledì,Maggio 29 2024

Occhiuto: «Palazzo dei Bruzi è come se avesse scelto di chiudere l’esperienza Amaco»

Per il senatore di Forza Italia «il fallimento è stata la conseguenza di operazioni straordinarie compiute (lo stralcio di crediti esistenti) e omesse (la mancata ricapitalizzazione nonostante gli impegni presi), ma tutte decise dal socio unico Comune di Cosenza». Anche Bianca Rende sull'Aventino

Occhiuto: «Palazzo dei Bruzi è come se avesse scelto di chiudere l’esperienza Amaco»

Martedì in Regione, al cospetto dell’assessore ai Trasporti Emma Staine, si è discusso della vertenza relativa ai lavoratori Amaco. Intorno al tavolo si sono accomodati anche l’assessore di Palazzo dei Bruzi Damiano Covelli, le parti sindacali e Cometra. Si tratta della società consortile che aggrega nel complesso sette soggetti imprenditoriali, cui la Cittadella ha affidato il servizio in regime transitorio fino all’espletamento di una gara europea. A rischio ci sono i posti di lavoro di 134 ex dipendenti: per loro si sta cercando di garantire l’attuale livello occupazionale attivando tutti gli strumenti necessari. Saranno necessarie nuove riunioni, anche alla presenza di Ferdinando Caldiero, il curatore fallimentare.

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La posizione dell’ex sindaco Occhiuto

Ad esporsi pubblicamente sulla questione è Mario Occhiuto, senatore cosentino di Forza Italia e sindaco della città dei bruzi per circa 10 anni prima di Franz Caruso. Rispondendo ad un commento sui social di riferimento, ha prodotto un atto di accusa vero e proprio. «Mi è molto dispiaciuto che abbiano fatto morire l’azienda comunale di trasporto pubblico – ha scritto -. Gli ultimi bilanci erano positivi ma è come se ci fosse stata una scelta consapevole da parte del Comune, una precisa determinazione nel voler chiudere quella esperienza. Diversamente da quello che si crede, Amaco non è fallita per l’esposizione debitoria o per i costi eccessivi».

«Dopo i tagli ai costi (soprattutto del personale, scesi di oltre 2 milioni l’anno) del periodo 2018-2022, l’azienda era infatti in equilibrio economico e finanziario, tanto da aver chiuso in utile tre bilanci consecutivi. Solo l’esplosione del costo del metano, decuplicato a seguito della guerra in Ucraina – ha aggiunto – nel 2022 aveva creato qualche tensione finanziaria e generato un perdita di gestione caratteristica, ampiamente assorbita dalla riserve degli utili degli anni precedenti».

«Cosa è successo allora?» si è chiesto Mario Occhiuto offrendo così il suo punto di vista. «Sempre nel 2022, il socio unico Comune di Cosenza ha ordinato in Assemblea di stralciare gli interessi appostati sui crediti vantati dall’azienda nei confronti dello stesso Comune. Questo – ha precisato – senza disconoscere l’esistenza dei crediti medesimi (che infatti sono stati poi regolarmente saldati), ma al solo fine di risolvere problemi di bilancio dell’Ente. Come se non bastasse, il Comune, informato nella medesima Assemblea che a seguito di tale stralcio l’Azienda avrebbe riportato una perdita a seguito della quale sarebbe dovuta essere ricapitalizzata, ha assunto precisi impegni in tal senso. Impegni tuttavia disattesi, con la diserzione di una decina di Assemblee straordinarie».

A giustificazione di tale comportamento, secondo il senatore di Forza Italia «il Comune ha addotto prima la mancanza di un piano industriale (non richiesto al momento dell’assunzione dell’impegno), poi la pretesa non congruità del piano presentato (che era essenziale non avendo il Comune stesso formalizzato le modalità di ricapitalizzazione) e infine non si è curato nemmeno di fornire motivazioni quando, ricevuta l’informazione sulle modalità di ricapitalizzazione, l’Azienda ha presentato un piano molto dettagliato»

«Insomma – ha chiuso Mario Occhiuto nel suo intervento – il fallimento di Amaco è stata la conseguenza di operazioni straordinarie compiute (lo stralcio di crediti esistenti) e omesse (la mancata ricapitalizzazione nonostante gli impegni presi), ma tutte decise dal socio unico Comune di Cosenza. A questo si aggiunge che la passata gestione ha lasciato nelle casse dell’Azienda 1 milione di euro, impegnati in massima parte per consulenze utili alla procedura di concordato preventivo, bocciata dal tribunale per errori tecnici».

Bianca Rende protesta nella conferenza dei capigruppo

Sul caso Amaco ha inteso prendere posizione anche la consigliera comunale Bianca Rende. Nella fattispecie ha espresso voto contrario nella conferenza dei capigruppo, rispetto all’ordine del giorno del prossimo consiglio, fissato per giorno 22 dicembre. «La ragione della mia posizione – ha detto – è legata alla mancanza di ogni previsione, tra i punti programmati, di qualsivoglia discussione in merito alla fallimento dell’Amaco, e alla sorte dei lavoratori».

«La risposta del presidente del consiglio e dei colleghi capigruppo è stata quella di voler attendere l’esito del tavolo tecnico che si sarebbe insediato in regione e evitare ogni discussione politica su quella che oggi appare essere una vertenza molto complessa e difficile da sbrogliare. La mia intenzione – ha concluso – non era quella di ricercare speculazioni politiche o momenti di inutile protagonismo, ma quella di ascoltare finalmente qual è il punto di vista dell’amministrazione e dei suoi vertici in merito al futuro dell’azienda e dei tanti lavoratori interessati. Mi rendo conto che in democrazia contano i numeri e il mio voto in questa circostanza non è stato sufficiente».

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