Strage di Rende: lacrime, abbracci e ricordi. E lo strazio di parenti e amici
Venendo la sera, l’unico rumore è quello delle automobili che passano li accanto alla strada, in un obitorio affollato di gente. Sotto il lieve tintinnio della pioggerella, parenti, amici, persone con cui si è insieme da tempo, con cui sia ha un forte intreccio di ricordi, esperienze vissute, si abbracciano cercando di rincuorarsi l’un l’altro.
Venendo la sera, l’unico rumore è quello delle automobili che passano li accanto alla strada, in un obitorio affollato di gente. Sotto il lieve tintinnio della pioggerella, parenti, amici, persone con cui si è insieme da tempo, con cui sia ha un forte intreccio di ricordi, esperienze vissute, si abbracciano cercando di rincuorarsi l’un l’altro. Tutti legati ad Alessandro, Mario, Paolo e Federico scomparsi ieri nel tragico incidente di Piano Monello, la strage di Rende che nessuno dimenticherà. In situazioni come queste, un abbraccio, uno stringersi con l’altro serve perve per farsi forza in modo tale da reggere meglio l’urto dell’accaduto.
Studenti Unical e ballerino promettente
Sono in molti a salutare per l’ultima volta i quattro giovani cosentini, nella giornata dove il caso non ha addolorato solo Cosenza, ma gran parte d’Italia dato che la notizia è rimbalzata sulle principali testate giornalistiche nazionali. In centinaia, si sono ritrovati all’ospedale civile dell’Annunziata, luogo della camera ardente per i corpi dei ragazzi. Federico Lentini, Mario Chiappetta e Paolo Iantorno avevano da poco iniziato il loro anno universitario il primo dopo il quinquiennio di studi liceali al “Fermi”, mentre Alessandro Algieri era un promettente ballerino, noto in città per la sua professione e per il suo sogno che rincorreva giorno dopo giorno. Quattro amici per la pelle uniti da un tragico destino. (g. c.)
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