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Processo Taranto, “Micetto”: «Quella notte non sparò Domenico Mignolo»

Il collaboratore di giustizia ha negato di aver parlato dell'imputato quale autore del delitto avvenuto nel 2015 a Cosenza. La moglie, invece, ha parlato di una presunta testimone oculare

Processo Taranto, “Micetto”: «Quella notte non sparò Domenico Mignolo»

Penultima udienza prima della sentenza d’appello bis. Oggi a Catanzaro si è svolta una seduta processuale importante nell’ambito del procedimento penale contro Domenico Mignolo, accusato di aver ucciso Antonio Taranto, il giovane di Cosenza ferito a morte a fine marzo del 2015, nel quartiere popolare di via Popilia. Dopo i testi di “risulta”, la procura generale, rappresentata dalla dottoressa Raffaella Sforza, ha esaminato altri due collaboratori di giustizia: Celestino Abbruzzese, alias “Micetto”, e sua moglie, Anna Palmieri.

I due pentiti di Cosenza, durante il periodo della collaborazione, che dura 180 giorni, avevano reso dichiarazioni sul delitto maturato all’interno del clan degli “zingari” per contrasti tra Mignolo e altri soggetti. Taranto si trovò sfortunatamente nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Processo Taranto, dall’abbreviato al “dibattimento”

Dopo la condanna in primo e secondo grado, la Cassazione aveva annullato la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, ritenendo illogiche le motivazioni contro Domenico Mignolo, colpevole dell’omicidio. In sostanza, nel processo d’appello bis le parti hanno affrontato gli argomenti – dalle due perizie balistiche alle propalazioni dei collaboratori di giustizia – come se fossero in dibattimento, mentre a Cosenza l’imputato era stato giudicato con il rito abbreviato.

Processo Taranto, in aula Celestino Abbruzzese e Anna Palmieri

Davanti al presidente del collegio giudicante, Fabrizio Cosentino (giudice a latere Domenico Commodaro), Celestino Abbruzzese, condannato in via definitiva per narcotraffico, così come la moglie Anna Palmieri, ha dichiarato di non aver mai detto che a sparare quella notte fosse stato Domenico Mignolo, ma la procura generale di Catanzaro ha contestato queste dichiarazioni, ricordando al testimone che nei verbali c’era scritto l’esatto contrario.

Quasi dello stesso tenore, inoltre, la testimonianza della compagna, la quale ha aggiunto un elemento di novità, ovvero la presenza di una (presunta) testimone oculare che avrebbe visto passare sotto la finestra della sua abitazione due persone e di aver notato un lampo provenire da dietro un albero contestuale al colpo partito da una pistola. L’udienza è stata rinviata al prossimo 7 gennaio 2022, giorno in cui inizieranno le discussioni. La sentenza, secondo quanto si apprende, sarà emessa nella stessa data. Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Filippo Cinnante e Andrea Sarro, mentre le parti civili sono assistite dai legali Mariarosa Bugliari, Angela D’Elia e Francesco Tomeo.

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