domenica,Maggio 19 2024

«I nostri viaggi a Cassano per pagare l’eroina. Gli Abbruzzese sono uniti»

Gli "zingari" di Cosenza sono legati a quelli della Sibaritide non solo all'anagrafe. Il racconto del pentito Ivan Barone

«I nostri viaggi a Cassano per pagare l’eroina. Gli Abbruzzese sono uniti»

Esistono rapporti di parentela e interessi illeciti tra gli “zingari” di Cosenza e quelli di Cassano Ionio. Oltre che dall’ufficio anagrafe il legame è certificato anche dalle inchieste antimafia che per decenni hanno visto protagonista le due consorterie criminali operanti in provincia di Cosenza.

Se da un lato abbiamo una cosca egemone in tutto il territorio della Sibaritide che, secondo quanto accertato dalla sentenza “Kossa” ha di nuovo ripreso a fare “affari” con la famiglia Forastefano, un tempo nemica, dall’altra si registra un gruppo, quello degli Abbruzzese “Banana”, che da un po’ di anni pare abbia assunto il potere nel traffico di droga nella zona dell’area urbana di Cosenza.

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I pm antimafia infatti ritengono che dopo la decadenza del clan “Rango-zingari“, gli esponenti dei “Banana” abbiano assunto il controllo della presunta cosca imponendo la loro “legge” nella vendita delle sostanze stupefacenti e soprattutto nelle estorsioni. Due attività illecite che vengono condivise con il clan degli italiani sotto il coordinamento criminale di Francesco Patitucci, presunto capo della confederazione mafiosa cosentina, ma già condannato in via definitiva per associazione mafiosa quale membro di spicco della cosca “Lanzino” di Cosenza.

I rapporti tra gli “zingari” di Cassano Ionio e Cosenza interessano, dal punto di vista investigativo, due aree della Dda di Catanzaro: il circondario di Cosenza e la zona della Piana di Sibari, da intendere Cassano Ionio, Villapiana e comuni limitrofi dell’Alto Jonio cosentino. Nel corso del tempo, i contatti tra i due sodalizi sarebbero stati costanti. A rivelarlo è proprio il pentito Ivan Barone in una dichiarazione resa alla magistratura antimafia di Catanzaro, coordinata dal procuratore capo Nicola Gratteri.

Da Cosenza a Cassano per pagare l’eroina: cosa dice Barone

«A Cassano Ionio – dichiara Ivan Barone – mi sono recato in diverse occasioni con Luigi Abbruzzese detto “pikachu” o “banana”» lo stesso soggetto che, secondo quanto affermato dal collaboratore di giustizia, voleva eliminarlo intorno al 2017 perché temeva che si pentisse. Barone e Abbruzzese sarebbero andati nella Sibaritide «a portare soldi per pagare l’eroina che appunto da Cassano arrivava a Cosenza. In particolare Luigi Abbruzzese entrava nella palazzina degli Abbruzzese di Cassano e consegnava i soldi nelle mani di “semiasse“. Talvolta i due cugini, Nicola Abbruzzese e Luigi Abbruzzese, si accordavano per l’eroina che il primo avrebbe dovuto far arrivare a Cosenza, in favore dell’altro. Aggiungo che in un’occasione mi venne rubata dell’eroina che io stavo spacciando, ma “semiasse” non mi credette, temendo che io l’avessi spacciata sottobanco. Poi ci fu un incontro a casa della madre di Luigi Abbruzzese in cui chiarimmo questa situazione alla presenza di “semiasse“, Marco Abbruzzese detto lo “struzzo” e il fratello di quest’utlimo, Luigi».

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