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Flavio Stasi stravince. Per molti a Corigliano Rossano è “nu juorno buono”

Trentasei anni ancora da compiere e un bagaglio di esperienze da mettere a frutto. La città unica si risveglia con la speranza “U guagnun” ce l’ha fatta. È entrato nella storia dopo essere entrato nei cuori di più di 23mila suoi concittadini che l’hanno votato al ballottaggio consegnandogli una vittoria schiacciante. Flavio Stasi è il

Flavio Stasi stravince. Per molti a Corigliano Rossano è “nu juorno buono”

Trentasei anni ancora da compiere e un bagaglio di esperienze da mettere a frutto. La città unica si risveglia con la speranza

“U guagnun” ce l’ha fatta. È entrato nella storia dopo essere entrato nei cuori di più di 23mila suoi concittadini che l’hanno votato al ballottaggio consegnandogli una vittoria schiacciante. Flavio Stasi è il primo sindaco di Corigliano Rossano. (Leggi anche Corigliano Rossano, Stasi decolla e Graziano perde voti)

Un ragazzino, diceva qualcuno. Solo che a trentacinque anni suonati ragazzino non lo sei più da un po’, ma sei giovane quanto basta per avere sulle spalle un bagaglio di esperienze e immaginare un futuro diverso. Pur senza capelli bianchi, Flavio Stasi ha dimostrato – e non solo in quest’ultima campagna elettorale – di avere un’attitudine alla politica, un istinto naturale che però non ha lasciato allo stato brado, riuscendo a instradarlo su un percorso preciso.

Dalle lotte universitarie alle manifestazioni contro la ’ndrangheta, passando per le battaglie “calde” del territorio della Sibaritide – le ferrovie, il tribunale, la sanità, le emergenze ambientali – il Flavio Stasi ragazzo ha forgiato l’uomo politico, portandolo nel 2016 a candidarsi a sindaco con il suo movimento Rossano Pulita. Già allora aveva dimostrato le sue doti, quelle di personaggio pubblico che sa stare tra la gente e quelle di animale da palco la cui oratoria nulla ha da invidiare a ben più navigati “colleghi”.

In quell’occasione al ballottaggio non arrivò per pochi voti, lasciando la sfida in mano a Stefano Mascaro (che poi diventò sindaco) ed Ernesto Rapani e, messa da parte la comprensibile delusione, prese posto in Consiglio comunale nei banchi dell’opposizione. Un’opposizione che non è mai stata timida né remissiva; atteggiamento che, probabilmente, l’ha premiato a distanza di tre anni.

Un “tesoretto” da portare in dote assieme a tutto il resto, amalgamato in un progetto che ha continuato a costruire, giorno dopo giorno, aggiungendo idee e volti. Un progetto che, per forza di cose, dopo la fusione si è allargato alla vicina Corigliano, un tempo vicina oggi parte di un tutto. Quel tutto che lo ha voluto come suo primo sindaco, che stanotte lo ha portato in trionfo urlando il suo nome per le strade della terza città della Calabria e che oggi lo abbraccia piena di gioia e di speranza ripetendo le parole di quella che è stata la colonna sonora di questa campagna elettorale. “È nu juorno buono”. (Mariassunta Veneziano)  

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