Cosenza, la droga scorre a fiumi. E si paga con i gioielli di famiglia
Il racconto degli assuntori di cocaina e marijuana che compravano le sostanze stupefacenti da uno degli indagati
Dal presunto usuraio al presunto spacciatore. Carlo e Francesco Porco sono i soggetti a cui prima la Guardia di Finanza di Cosenza, poi la procura di Cosenza e infine il gip Manuela Gallo, hanno dedicato tantissime pagine di evidenza investigativa. Le indagini sullo spaccio di droga sono state avviate sulla base delle dichiarazioni rese dagli acquirenti alle Fiamme Gialle, ma come ricordato dal giudice cautelare di primo grado, le forze dell’ordine non hanno sequestrato le sostanze stupefacenti.
Dall’ascolto di una delle persone che chiedevano la droga a Francesco Porco si evincerebbe che l’indagato avrebbe venduto la cocaina a 70 euro al grammo. «I luoghi d’incontro con lo stesso generalmente erano in città a Cosenza, a volte nei pressi di piazza Riforma, a volte nei pressi delle Poste Centrali site in via Veneto. In un paio di occasioni lo stesso Porco mi ha portato la cocaina presso la mia attività». Per il gip Gallo le intercettazioni telefoniche dimostrerebbero le condotte contestate all’indagato, sottoposto all’obbligo di dimora.
Anche un altro ragazzo di Cosenza ha dichiarato agli investigatori di fare uso di sostanze stupefacente e di aver acquistato dall’indagato mezzo grammo di cocaina a 50 euro nei luoghi pubblici indicati dal precedente assuntore. In un altro caso, invece, un uomo avrebbe acquistato da Porco la marijuana a 6 euro al grammo, accumulando un debito pari a 1200 euro circa, pagato – come dichiarato ai finanzieri – dalla madre del ragazzo. Sempre di debiti, infine, si parla in un altro capo d’accusa, dove il padre di un assuntore ha riferito alla Finanza di aver ceduto al figlio alcuni gioielli di famiglia affinché saldasse il “conto”. Storie, purtroppo, di vita quotidiana.
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