sabato,Ottobre 12 2024

Omicidio di Lisa Gabriele, Abate resta l’unico indagato

La Procura di Cosenza ha chiuso l'inchiesta che tenta di far luce sulla morte della ragazza risalente al gennaio 2005, non identificati i presunti complici

Omicidio di Lisa Gabriele, Abate resta l’unico indagato

Maurizio Abate resta l’unico indagato per l’omicidio di Lisa Gabriele. Nelle scorse ore, infatti, il pm Antonio Bruno Tridico ha chiuso le indagini avviate due anni fa per far luce sulla misteriosa morte della ragazza di Rose, all’epoca ventiduenne, trovata morta il 7 gennaio del 2005 in una radura ad alta quota nei pressi di Montalto. Abate è sospettato di aver agito in concorso con altre persone che a questo punto, però, sembrano destinate a rimanere ignote. L’ex poliziotto della Stradale era stato arrestato lo scorso novembre, ma in seguito il Tribunale del riesame ha annullato la misura cautelare emessa dal gip. L’uomo è rimasto comunque in carcere per la contestazione suppletiva che gli muovono gli inquirenti: lo spaccio di sostanze stupefacenti avvenuto in tempi più recenti.

L’indagato ha ora venti giorni di tempo per chiedere di essere sentito dai magistrati o presentare nuove prove nel tentativo di evitare l’incriminazione, in caso contrario la Procura di Cosenza diretta da Mario Spagnuolo ne chiederà il rinvio a giudizio. All’orizzonte, dunque, si profila per lui un processo squisitamente indiziario. All’epoca l’ex poliziotto aveva una relazione sentimentale con la ragazza, ma stando a diverse testimonianze era intenzionato a lasciarla per sposare un’altra donna. Le insistenze di Lisa per tenerlo legato a sé lo avrebbero poi trasformato in assassino. È uno dei moventi prospettati dagli inquirenti.

L’altro è che all’epoca Lisa fosse finita in un brutto giro festini a base di sesso e droga, e anche in questo caso si adombra un possibile coinvolgimento di Abate. Di certo c’è che in un paio di occasioni quest’ultimo aggredì la ragazza, facendola finire in ospedale, e che il suo profilo per come emerso dalle indagini è quello di un uomo dal temperamento violento, dedito all’alcol e alla droga. Un quadro a tinte fosche, dunque, nel quale però i suoi difensori Marco Facciolla e Francesco Muscatello sono riusciti ad aprire una breccia, convincendo il Riesame ad annullare la misura cautelare emessa nei suoi confronti. Mancano ancora le motivazioni di quel provvedimento, ma non v’è dubbio che a determinare in tal senso i giudici sia stata la mancanza di indizi di colpevolezza rilevati a carico dell’indagato.

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