giovedì,Maggio 30 2024

Omicidio di Lisa Gabriele, l’ex poliziotto sceglie il giudizio abbreviato

Una scelta difensiva orientata anche dal provvedimento del Riesame che lo aveva scarcerato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza, sentenza a febbraio

Omicidio di Lisa Gabriele, l’ex poliziotto sceglie il giudizio abbreviato

Quello di Lisa Gabriele è un mistero insoluto fin dal 7 gennaio del 2005, giorno in cui il corpo della ventiduenne originaria di Rose fu trovato privo di vita in una radura ad alta quota in territorio di Montalto. Diciassette anni dopo, il processo che tenta di far luce sulle circostanze della sua morte promette di concludersi molto più rapidamente. Oggi, infatti, i difensori di Maurizio Abate, l’ex poliziotto sotto accusa per l’omicidio della ragazza, hanno chiesto e ottenuto di poter risolvere la partita giudiziaria in abbreviato. Niente dibattimento, dunque. Subito le discussioni e poi la sentenza che riguarderà anche l’altro capo d’imputazione in rubrica, ovvero lo spaccio di droga.

Una scelta, quella degli avvocati Marco Facciolla e Francesco Muscatello, suggerita – va da sé – dal provvedimento del Tribunale del Riesame che, lo scorso 20 novembre, ha rimesso in libertà Abate «per mancanza di gravi indizi» con riferimento all’accusa di omicidio, trattenendolo in carcere solo per la cessione di stupefacenti al figlio. In termini difensivi è quello che si dice un buon viatico, ma per saperne di più bisognerà attendere ancora un mesetto. L’udienza preliminare, infatti, è stata rinviata al 20 febbraio, giorno in cui il pm Antonio Bruno Tridico si produrrà nella requisitoria d’accusa, sostenuto anche dalle parti civili rappresentate in aula dagli avvocati Annunziata Paese e Gianluca Bilotta. Dopo le arringhe difensive ed eventuali repliche del pm, la parola passerà al gup per la pronuncia della sentenza di primo grado.

All’epoca, il caso di Lisa Gabriele viene qualificato a caldo come suicidio a causa di una lettera dal tono malinconico rinvenuta nella sua auto, abbandonata poco distante dal cadavere, ma già a seguito dell’autopsia i medici legali tratteggiano una realtà ben diversa: la ragazza, sostengono, è stata uccisa, soffocata in modo meccanico da qualcuno che ha poi allestito la macabra messinscena del suo addio volontario al mondo. Viene fuori anche che prima di morire ha ingerito massicce quantità di farmaci ipnotici, il che orienta gli investigatori sulla pista dell’omicidio volontario.

Abate, legato a lei da un rapporto sentimentale turbolento ed esagerato, finisce subito nel mirino come persona d’interesse, ma le indagini non approdano a nulla di concreto e il caso finisce in archivio per essere rimasti ignoti gli autori del fatto. La vicenda torna attuale nel 2020 a seguito di una lettera anonima inviata in Procura nella quale si punta ancora il dito contro Abate che, all’epoca dei fatti prossimo a sposare un’altra donna, si sarebbe sbarazzato di Lisa che, invece, non si rassegnava alla fine del loro amore.

Dalle successive indagini, passate anche dalla riesumazione della salma, non emergerà nulla di concreto al riguardo, se non sospetti alimentati soprattutto dalle dichiarazioni di colleghi dell’imputato e di amici della vittima nonché dai suoi familiari. Sullo sfondo poi, la personalità abnorme di Abate, tossicodipendente e dissoluto, protagonista anche di almeno un paio di aggressioni fisiche ai danni di Lisa ai tempi della loro unione. Tutti elementi ora al vaglio di un giudice. Colpevole o non colpevole? Tra poco più di un mese sapremo anche questo.

A prescindere da quello che sarà l’epilogo, il caso è destinato a rimanere aperto. Ammesso che quello di Lisa Gabriele sia un omicidio (volontario o preterintenzionale), chiunque sia stato ad allestire la messinscena di Montalto non può aver fatto tutto da solo. Non è un caso, dunque, che nel capo d’imputazione confezionato per l’ex poliziotto i magistrati lo inquadrino come autore del delitto «in concorso con ignoti», adombrando anche l’esistenza di depistaggi. Si fa riferimento a un possibile ruolo oscuro esercitato da ambienti massonici o in alternativa, all’intervento di persone che, per coprire altri scandali minori, hanno finito per ostacolare la ricerca della verità.

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