giovedì,Maggio 16 2024

L’interrogatorio di Barone, il pentito riconosce cosentini e cassanesi

La credibilità e l'attendibilità di un collaboratore di giustizia passa anche dall'album fotografico, come nel caso dell'ex presunto partecipe del clan degli "zingari" di via Popilia

L’interrogatorio di Barone, il pentito riconosce cosentini e cassanesi

L’album fotografico è uno dei passaggi chiave per un pentito al fine di verificarne la sua credibilità e attendibilità in termini di conoscenza visiva di coloro i quali ha parlato qualche minuto prima. È quanto avviene in ogni interrogatorio condotto dalle forze dell’ordine alla presenza dei magistrati come nel caso di Ivan Barone, imputato nel processo abbreviato di “Reset” e indagato nel procedimento antimafia “Athena“.

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Nella maxi indagine contro le cosche operanti nella Sibaritide, l’ex presunto appartenente al clan degli “zingari” di Cosenza ha riferito su quasi tutti i soggetti che gli sono stati sottoposti in visione da parte degli ufficiali di polizia giudiziaria. E scorrendo l’album fotografico, il pentito ha riconosciuto il figlio di un noto boss mafioso di Cosenza, già condannato all’ergastolo, che «spacciava eroina con i cognati», il presunto “reggente” del gruppo degli Abbruzzese “Banana”, il fratello di uno degli Abbruzzese di Cassano, che «so essere attivo in tutte le attività illecite della famiglia, tra cui spaccio di droga ed estorsioni», uno degli imputati di “Reset“, ovvero Marco Abbruzzese alias lo Struzzo, nonché Nicola Abbruzzese, detto “Seminasse” e Michele Di Puppo, indicato dalla Dda di Catanzaro quale “alter ego” di Francesco Patitucci. E ancora: Gianluca Maestri, neo collaboratore di giustizia. Inoltre, Olibano Junior, che «portò della cocaina» a una donna, «non so a che titolo, ma so per certo che venne ritrovata dalla polizia o dai carabinieri».

Nell’elenco troviamo anche un uomo condannato in via definitiva nel processo “Nuova Famiglia” e altri presunti “associati” al clan Abbruzzese di Cassano Ionio e, in conclusione, anche Pasquale Forastefano, presunto capo dell’omonima cosca operante nella Piana di Sibari, e altri componenti della famiglia Abbruzzese “Banana” di Cosenza.

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