giovedì,Maggio 16 2024

Edgardo Greco, un latitante “solitario” in tour per l’Europa

Tutte le novità sull'arresto dell'ex affiliato al clan Perna-Pranno di Cosenza e sulle indagini svolte in Francia per individuare eventuali fiancheggiatori

Edgardo Greco, un latitante “solitario” in tour per l’Europa

Mentre il destino giudiziario di Edgardo Greco è ancora oggetto di dispute procedurali fra l’Italia e Francia, emergono nuovi dettagli sulle indagini che lo scorso 2 febbraio hanno portato all’arresto dell’ex affiliato del clan Perna-Pranno di Cosenza, latitante ormai da quasi diciassette anni. Un lasso di tempo che, secondo gli investigatori, Greco non avrebbe trascorso interamente in Francia, né tantomeno nella città di Saint-Etienne dove si era rifatto una viva lavorando nei ristoranti locali.

Nei suoi primi anni di invisibilità, infatti, l’inafferrabile si sarebbe nascosto in un villaggio al confine fra la Germania e l’Austria. Ed è proprio lì, nella Mitteleuropa che fin dal 2006 si sono concentrate le sue ricerche, stimolate anche dalla presenza in zona della moglie e di due dei suoi figli.  Nel 2021, però, gli investigatori realizzano che la primula cosentina non ha più alcun rapporto con i suoi familiari, il che vanifica ogni ulteriore sforzo investigativo in quella direzione.  

Con il fallimento della pista austriaca l’intera inchiesta sembra destinata a tramontare, ma è in quel momento che i carabinieri guidati dal tenente colonnello Dario Pini hanno l’intuizione decisiva. L’utilizzo del software per il riconoscimento facciale, applicato alle foto segnaletiche del ricercato, accende un riflettore sul sedicente Paolo Dimitrio, cittadino italiano originario della Puglia e residente in Francia. Il suo volto troneggia su un giornale online di Lione e la comparazione con quello dell’ex Killer delle carceri consegna ai carabinieri un risultato sorprendente: 95% di compatibilità. Il sospetto diventa certezza quando, una volta ottenuta l’autorizzazione a intercettare il signor Dimitrio, viene fuori che quest’ultimo si esprime in dialetto cosentino e non pugliese come da anagrafe.

Il resto è cronaca, con la gendarmeria e lo stesso Pini che venti giorni fa si presentano al suo domicilio per chiudere la partita. Dovrà ora scontare l’ergastolo per il duplice omicidio dei fratelli Bartolomeo al quale ha preso parte nel lontano 1991. Oltre al arresto, le indagini hanno avuto un’ulteriore coda, affidata alla polizia francese, per verificare l’esistenza di coperture o appoggi che hanno consentito a Greco di evitare per così tanto tempo l’espiazione della sua pena. Al riguardo non è emerso granché. Nessuno in Francia sapeva dei suoi trascorsi bellicosi in Calabria, né di quelli da collaboratore di giustizia. Ricordi ormai quasi certamente sfumati anche nella memoria del diretto interessato. Pochi dubbi sul fatto che sia oggi un uomo molto diverso da quello che era allora, ma l’epilogo che lo riguarda – purtroppo o per fortuna – vale da esempio per tutti: nessuno sfugge al proprio passato.

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