martedì,Marzo 18 2025

CAV Lanzino, torna la luce ma non la tranquillità. Chiara Gravina: «Diteci almeno se possiamo rimanere» | VIDEO

La vicepresidente del Centro Antiviolenza di Cosenza chiede alla Regione di conoscere quale sia il futuro dello stabile di via Fagiani: «Abbiamo dato tanto, vogliamo soltanto continuare a svolgere il nostro lavoro»

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Testarde. Ostinate. Combattive: altrimenti, dopo 35 anni, il Centro antiviolenza Roberta Lanzino avrebbe da un pezzo cessato di esistere. Le volontarie del CAV di Cosenza – intitolato alla memoria di una ragazza trucidata sulle montagne di Falconara Albanese e divenuta (suo malgrado) tristemente famosa – hanno  preso per mano sinora centinaia e centinaia di donne, le hanno aiutate a risalire dall’abisso in cui erano sprofondate, ma non avevano messo in conto (o forse sì) che, un bel giorno, a complicare un lavoro già dannatamente difficile, sarebbe arrivata pure la burocrazia.

Dopo tredici anni trascorsi nello stabile di via Fagiani, le volontarie del Centro antiviolenza Lanzino, un pomeriggio di pochi giorni fa, sono state sopraffatte dal buio. E dall’indignazione. La Regione Calabria – proprietaria dell’immobile – ha programmato lavori di ristrutturazione, e interrotto il contratto per la fornitura di energia elettrica. Gli uffici regionali ospitati nel resto dell’edificio, lo scorso 31 gennaio, hanno completato il trasferimento. Peccato (invece) che nessuno si sia preoccupato di interloquire con il CAV Lanzino.

«Avevamo ricevuto notizie informali sull’avvio dei cantieri, ma nulla di ufficiale. Dalla Regione ci era stato promesso che, appena fossero emerse novità, saremmo state informate», ha spiegato Antonella Veltri nel corso della conferenza stampa indetta sabato scorso a lume di candela.

Il rumore della denuncia ha fatto tornare la luce, ma non la tranquillità. Chiara Gravina, vicepresidente del Centro Antiviolenza di Cosenza, dichiara: «Siamo in attesa di capire se potremo continuare a operare nella sede di via Fagiani oppure no. Abbiamo dato tanto a questa città, la nostra storia merita rispetto». La mobilitazione permanente, che culminerà nell’assemblea pubblica organizzata per domani pomeriggio, punta a ottenere risposte concrete. E non soltanto».