Norma liberticida, destra manettara, deriva reazionaria. Così le opposizioni bollano il ddl sicurezza proposto dal ministro dell’Interno Piantedosi, dal ministro della Giustizia Nordio e dal ministro della difesa Crosetto, passato all’esame della Camera ed in procinto di essere approvato anche dal Senato, con cui il Governo si ripromette di dare una stretta alla libertà di manifestazione del dissenso.

L’insieme delle nuove disposizioni è stato ribattezzato legge anti-Gandhi, perché di fatto classifica come reato e punisce anche con il carcere la resistenza passiva e la prassi della disobbedienza civile alla base della filosofia etica dello straordinario pensatore ed attivista indiano. Nel dettaglio viene introdotta la reclusione fino a un mese per chi, da solo, blocca una strada o una ferrovia e da sei mesi a due anni se il reato viene commesso da più persone riunite. Previste delle aggravanti per coloro che durante le manifestazioni pubbliche, si rendono colpevoli del reato di danneggiamento. Un’ulteriore aggravante è prevista nel caso in cui il reato venga commesso per impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica. Quindi, tanto per fare un esempio, chi protesta in piazza contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto potrebbe pagare a caro prezzo la propria diversità di opinione.

Il pacchetto legislativo contiene altre misure tra cui l’introduzione del reato di occupazione arbitraria di immobili altrui destinati, con una pena prevista che va dai due ai sette anni di carcere.

Sul tema abbiamo raccolto il parere dell’avvocato cosentino Enzo Paolini, noto per la sua formazione radicale: «Un autoritarismo istituzionale non è alle porte, è già entrato in casa – ha detto al nostro network – Le ultime leggi introducono sostanzialmente uno stato di polizia. C’è una norma definita addirittura anti-Gandhi perché pensata per reprimere le resistenze passive e le disobbedienze che sono state il pane quotidiano di movimento libertari e democratici come il Partito Radicale, che oggi sarebbe un partito dal comportamento illegale». Poi l’affondo contro il porcellum ed il rosatellum: «La mia personale ricetta è tornare al valore dei partiti. Bisogna applicare l’articolo 49 della costituzione e cambiare la legge elettorale perché la selezione della classe dirigente è l’unica medicina per riportare democrazia e civiltà nel nostro Paese».