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Ogni volta che viene eletto un nuovo Pontefice, uno dei primi gesti più simbolici è proprio la scelta del nome papale. Questo nome non è solo un’identità, ma spesso rappresenta un programma, un richiamo alla tradizione o una dichiarazione d’intenti.
Il totonome
Per il prossimo conclave, previsto orientativamente a maggio 2025, le ipotesi più plausibili sono diverse.
Se il nuovo Papa volesse indicare una continuità con Papa Francesco, potrebbe scegliere Francesco II.
Se invece volesse omaggiare due figure amate come Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, potrebbe optare per Giovanni Paolo III.
Un altro nome molto evocativo sarebbe Giovanni XXIV, richiamando il “Papa buono”, Giovanni XXIII, che diede inizio al Concilio Vaticano II.
Tra i nomi di tradizione più conservatrice, si fanno strada ipotesi come Pio XIII, evocativo di una stagione molto rigorosa della Chiesa, oppure Leone XIV, legato all’idea di dottrina sociale e riforma.
Infine, non è da escludere un Benedetto XVII, in omaggio a Benedetto XVI e alla sua visione teologica, o un Gregorio XVII, richiamando Gregorio I Magno, figura fondamentale della storia cristiana.
Va detto che, come accaduto con Papa Francesco nel 2013 (prima volta assoluta per questo nome), anche il nuovo Pontefice potrebbe scegliere un nome completamente inedito, segnando una volontà di profondo rinnovamento.
I nomi più scelti dai Papi nella storia
Se guardiamo alla storia bimillenaria della Chiesa, vediamo che alcuni nomi sono stati scelti con una frequenza altissima.
Giovanni è di gran lunga il nome più amato: ben 23 papi lo hanno adottato, l’ultimo dei quali è stato Giovanni XXIII, il grande riformatore del Concilio Vaticano II.
Gregorio è stato scelto da 16 papi, con l’ultima incoronazione di Gregorio XVI nel XIX secolo.
Anche Benedetto ha avuto 16 presenze nella storia, culminando con Benedetto XVI, il papa teologo che ha rinunciato al pontificato nel 2013.
Un altro nome molto diffuso è Clemente, portato da 14 papi, mentre Innocenzo e Leone sono stati scelti entrambi 13 volte. Leone XIII, in particolare, è ricordato per l’enciclica Rerum Novarum, pietra miliare della dottrina sociale della Chiesa.
Pio, infine, è stato il nome di 12 papi, e il suo richiamo a pietà e devozione ha sempre avuto un forte impatto simbolico, soprattutto nei periodi di grandi cambiamenti o di crisi per la Chiesa. Altri nomi meno frequenti ma comunque significativi sono Stefano, Urbano e Alessandro.
I nomi “vietati” o evitati nella tradizione papale
C’è anche una parte interessante della tradizione che riguarda i nomi mai scelti o evitati. Ad esempio, Pietro II non è mai stato usato da nessun Papa.
Questo perché, per rispetto verso San Pietro, il primo Papa e fondatore della Chiesa di Roma, si ritiene che nessun suo successore debba portare direttamente il suo nome. Il titolo di “Pietro” resta quindi unico e insuperabile. Anche nomi come Gesù e Giuda sono, ovviamente, esclusi per ragioni sacre o simboliche. Un’altra curiosità: Papa Stefano II morì pochi giorni dopo l’elezione nel 752, prima di essere formalmente consacrato. Per secoli si è discusso se considerarlo ufficialmente Papa oppure no, generando confusione nei numeri successivi.