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Si è svolto senza problemi il presidio dei lavoratori appartenenti al settore ambiente che hanno aderito allo sciopero nazionale indetto dai sindacati confederati. In particolare, Fp-Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti avevano dato appuntamento alle 9 alle 12 in Piazza Prefettura. «Oggi abbiamo ritenuto necessario difendere i diritti dei lavoratori del settore Igiene ambientale e protestare contro la loro marginalizzazione» hanno scritto in una nota tirando le somme della protesta.
«Contratti fermi, ripercussioni su parte economica»
Le rivendicazioni riguardano i dipendenti di imprese pubbliche e private a cui è applicato i CCNL Unitalia e Fise/Assoambiente. «Gli operatori ecologici – si legge – hanno dovuto subire un contratto fermo da quasi due anni e mezzo con forti ripercussioni anche per la parte economica, Hanno altresì subito aperte violazioni delle normative e dei capitolati d’appalto, dumping contrattuale e chi più ne ha più ne metta. Dobbiamo ricordare che gli operatori ecologici sono quelli che durante il periodo della pandemia sono rimasti in strada per garantire condizioni minime di decoro e sono quelli sui quali meno si è speso».
La bacchettata al Governo Draghi
I sindacati di settore criticano anche l’operato del premier Draghi e della sua squadra di ministri. «Ci saremmo aspettati dal governo un riconoscimento importante che è quello di un contratto nazionale che garantisca i diritti a coloro che svolgono un lavoro particolare. Tutto ciò non è accettabile: gli operatori ecologici meritano considerazione e rispetto. Questi lavoratori devono avere garantiti tutti i diritti sanciti dai contratti nazionali. La mobilitazione di oggi – chiude la nota – ci auguriamo possa fungere da stimolo per superare questa situazione ormai inaccettabile e ridare a questa categoria la dignità che merita».