Magistratura e politica, la scoperta dell’acqua calda prima delle nomine
Rapporti tra magistratura e politica al centro dell'audizione di Luca Palamara in commissione antimafia. Una storia già nota da anni.
Ieri l’ex segretario dell’Associazione Nazionale Magistrati, Luca Palamara è stato sentito dalla commissione antimafia, presieduta dal senatore Nicola Morra, affrontando il rapporto tra magistratura e politica. Insomma, come la scoperta dell’acqua calda. Perché quello che ha detto l’ex magistrato, originario della provincia di Reggio Calabria, è una storia ormai nota all’opinione pubblica, sia per le conversazioni contenute nelle chat di Palamara sia per le rivelazioni fatte nel libro “Il Sistema“, scritto dal giornalista Alessandro Sallusti.
Nulla di nuovo quindi nelle parole di Luca Palamara che la commissione antimafia ha voluto audire, dopo vari tentennamenti dovuti a questioni di opportunità. L’ex pm della procura di Roma, che faceva parte del famoso “sistema delle correnti”, capace di telecomandare le nomine degli uffici direttivi e semi-direttivi di tutta Italia, ha parlato del caso di Nino Di Matteo, mancato direttore generale del Dap e soprattutto prima estromesso e poi reintegrato nel pool nazionale antimafia che si occupa delle stragi compiute da Cosa Nostra.
Le dichiarazioni di Luca Palamara, rispetto a questo fatto, non aggiungono nulla alle parole messe nero su bianco in altre sedi, specialmente sul caso di Federico Cafiero de Raho, la cui pratica disciplinare è stata archiviata dal Consiglio Superiore della Magistratura (LEGGI QUI). La questione era legata al fatto che Marco Minniti, noto esponente del Pd, originario di Reggio Calabria, avesse chiesto a Palamara di “salvare il soldato de Raho”, che, dopo la nomina di Giovanni Melillo alla procura di Napoli, rischiava di rimanere fuori dai posti che contano. Così, stando alla ricostruzione fatta da Luca Palamara, si trovò una soluzione che andasse bene a tutti, ovvero quella di nominare de Raho procuratore nazionale antimafia.
Riproporre questi temi a pochi mesi dalle nuove nomine che il Consiglio Superiore della Magistratura dovrà fare per incarichi delicati, suona abbastanza strano. Affrontare il discorso relativo a Federico Cafiero de Raho, quando lo stesso Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, non aveva ravvisato alcuna condotta lesiva nelle chat tra Palamara e l’ex procuratore capo di Reggio Calabria, può avere (forse) un significato politico-giudiziario. Ossia, quello di preparare (ed eventualmente spianare) la strada ad eventuali candidature di grido. Morra, nel corso della diretta Facebook, ha annunciato che Luca Palamara sarà ascoltato di nuovo e parlerà di altre cose, magari già dette nelle svariate trasmissioni televisive a cui ha partecipato. La “battaglia” tra toghe è appena iniziata.