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Franz Caruso punzecchia la cabina di regia della Protezione Civile regionale. Lo fa dopo le previsioni di allerta stilate nell’ultimo week-end che hanno spinto gli amministratori locali ad una corsa ai provvedimenti. In provincia di Cosenza, specialmente sul versante tirrenico, quasi tutte le strutture scolastiche sono rimaste chiuse. Cosa che, in condizioni meteo ben più pesanti, non è avvenuta ad inizio settimana quando, ad esempio, dalle scalinate del Liceo Telesio si è generata una cascata. L’inquilino più alto in grado di Palazzo di Bruzi ha inteso evidenziare proprio questo aspetto in suo intervento.
Caruso: «Il paradosso delle previsioni della Protezione Civile su Cosenza»
«Non posso fare a meno di rilevare – ha detto Caruso – che le previsioni comunicate al comune di Cosenza dalla Protezione Civile regionale nell’ultimo fine settimana, non sempre hanno riflettuto, sulla scorta degli eventi poi verificatisi, quello che era il quadro prospettato». Il sindaco approfondisce il concetto e mette in risalto quanto accaduto. «Il paradosso è che nelle giornate (venerdì e sabato scorsi, ndr) nelle quali era stata prevista l’allerta meteo di colore rosso, le scuole si sarebbero potute anche tenere aperte – aggiunge -. Invece, lunedì 29 novembre, quando l’allerta meteo è stata degradata dalla Prociv regionale da rossa ad arancione, si è rivelata essere la giornata nella quale la città è stata maggiormente flagellata dalle piogge».
«Ridurre le scale di riferimento»
Franz Caruso poi avanza un suggerimento verso la Protezione Civile regionale. «Forse sarebbe auspicabile un modello previsionale differente – conclude il sindaco di Cosenza -. Anziché su larga scala, come è attualmente concepito, con l’individuazione di una zona (Cala 2) estremamente estesa e che va dal Tirreno cosentino alla Sila, sarebbe meglio se articolato su una scala più ridotta. Questo in modo da circoscrivere un’area meno estesa e da rendere più affidabili le previsioni. In questa maniera, anche i provvedimenti conseguenziali dei Sindaci, per esempio rispetto alla chiusura delle scuole, potrebbero essere più ponderati».