Quattro collaboratori di giustizia potrebbero riscrivere in parte la verità giudiziaria sull’uccisione del boss cosentino Vittorio Marchio. Prima, però, bisognerebbe ascoltarli. Di questo almeno sono convinti i difensori del 56enne Walter Gianluca Marsico, ovvero uno degli uomini giudicati colpevoli quell’omicidio commesso nel rione Serra Spiga il 26 novembre del 1999 e per questo condannato a scontare trent’anni di carcere.

Le richieste cadute nel vuoto

Nonostante quella sentenza sia ormai definitiva, gli avvocati Cesare Badolato e Filippo Cinnante accarezzano ancora l’idea di poterla ribaltare, chiedendo la revisione del processo, ma prima di ogni cosa ritengono necessario raccogliere le testimonianze di Francesco Bevilacqua, Vincenzo Dedato, Oreste De Napoli e Francesco Amodio. Questa, però, è un’attività che pare sia loro inibita.
A tal proposito, la prima richiesta di poter sentire il quartetto di pentiti risale al 2020, ma sia il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) che il Servizio centrale di protezione non hanno mai risposto alla sollecitazione dei due legali. Anche i tentativi operati in seguito – a mezzo pec e raccomandate – sono caduti puntualmente nel vuoto, e il risultato è che da circa due anni le indagini difensive funzionali alla richiesta di revisione sono ferme al palo.
Nel mezzo si collocano gli esposti per omissione di atti d’ufficio che lo stesso Marsico ha presentato alla Procura di Roma e a quella di Catanzaro, ma pure in questo caso di quelle due denunce sembra essersi persa ogni traccia. Nessuna risposta, nessun segnale. «Sentire i collaboratori di giustizia rientra nelle nostre prerogative – dichiarano a Cosenzachannel Cinnante e Badolato – e questo nell’esercizio del diritto di difesa che vogliamo credere sia ancora tutelato dalla Costituzione italiana».

L’ascesa del nuovo boss

Quella collegata all’uccisione di Vittorio Marchio è una delle vicende giudiziarie più controverse degli ultimi vent’anni, tant’è che dal 2006 in poi per riuscire a individuare mandanti ed esecutori materiali sono stati celebrati diversi processi dall’esito non sempre lineare. Paradossalmente, a un iter processuale così tormentato fa da contraltare una spiegazione quasi pacifica e ormai storicizzata del contesto in cui maturò la sua morte.
A metà degli anni Novanta, infatti, Marchio approfitta del vuoto di potere creatosi a Cosenza a seguito dell’operazione Garden. È uno dei pochi scampati all’ondata di arresti, e così con i vecchi capi dietro le sbarre o già prossimi al pentimento, da semplice affiliato del clan Perna-Pranno qual era si ritrova addosso il segno del comando. Da alcuni anni è costretto su una sedia a rotelle, conseguenza di una vecchia sparatoria, ma quella menomazione non ne rallenta l’ascesa. L’alleanza stipulata con gli zingari in città e quella con Marcello Calvano sulla costa tirrenica sembrano il preludio a un regno criminale duraturo, ma la sua non sarà vera gloria.

L’agguato di Serra Spiga

Alla fine del decennio, i suoi vecchi compagni d’arme cominciano a uscire alla spicciolata dalle prigioni. I vecchi clan un tempo contrapposti si riorganizzano sotto l’egida di due nuovi boss: Ettore Lanzino e Domenico Cicero. Nel nuovo ordine non c’è posto per Marchio. Gli eredi naturali di Perna e Pino gli chiedono di fare un passo indietro, ma lui non sente ragioni, e così va incontro al suo destino.
Quel 26 novembre a sera, un commando si apposta sotto casa sua e ne attende il ritorno in auto. Poi, al momento indicato piomba su di lui scaricandogli addosso una pioggia di proiettili. Risparmiano il suo accompagnatore, a coronamento di un lavoro da sicari professionisti. Tre processi hanno accertato poi che di quel gruppo – tutto in quota al clan Lanzino – seppur non deputato a premere grilletti, faceva parte anche Marsico. Condannato a sedici anni in primo grado e a trenta in Appello, sfuggirà all’arresto nell’aprile del 2016, inaugurando così un periodo di latitanza protrattosi per dieci mesi. A febbraio del 2017, sarà rintracciato e ammanettato dai carabinieri in un residence di Rende.