«Provo un po’ rabbia perché avevamo fatto ricorso al tribunale del Riesame già a novembre, ma la mia udienza è stata fissata solo il 28 marzo perché il Riesame è ingolfato ed essendo la mia misura meno afflittiva di altre siamo andati in coda. Peccato perché così ho perso quattro mesi». Si torce le mani e si morde le labbra Annamaria Artese che dopo il provvedimento del Riesame ha ritirato le dimissioni da vicesindaco ed ha sancito la fine della confusa “era De Rango”. Ma è evidente lo stato d’animo che la pervade.

Artese possiamo considerare chiuso il capitolo del rimpasto di giunta?

«Sì, per me adesso la priorità è lavorare per la comunità. A Rende c’è una giunta ben collaudata, scelta dal sindaco e non avrei alcun motivo per apportare modifiche»

Proprio tutta no, la Badolato è stata nominata da Franchino De Rango…

«Sì, ma su precise indicazioni di Laboratorio Civico. Io naturalmente non ho seguito i passaggi ma è una scelta che condivido personalmente perché stiamo parlando di una persona competente che guiderà un assessorato centrale per una città come Rende che per troppo tempo è rimasto vacante. De Rango quindi ha condiviso una indicazione che anche io mi sento di condividere»

Quindi la Lega non c’entra nulla?

«Assolutamente no. Non capisco il nesso. Mi pare che il percorso politico della Badolato sia di segno completamente opposto. Poi anche io ho amici nella Lega, in Fratelli d’Italia. Un conto però è la sfera personale o amicale, un altro la sfera politica».

E allora la finiamo qui. Basta sostituzioni in giunta?

«Le ho già risposto. Non era il momento e non lo è ora. Il Comune sta faticosamente uscendo dal predissesto e ritengo sia giusto che questa giunta, che tanto si è sacrificata, si intesti il merito perché in pochi hanno capito il grande lavoro, sotterraneo, fatto in questi anni per recuperare finanziamenti e rimettere in ordine i conti. Sono processi burocratici lunghi, non è come inaugurare un’opera che tutti possono toccare con mano o una iniziativa di impatto immediato, ma è altrettanto importante e frutto di un lavoro davvero faticoso».

Faticoso senza dubbio, allora a lei chi glielo fa fare a tornare in giunta dopo quello che è successo?

«Me lo sono chiesta anch’io anche perché penso che in questa vicenda ci sia stato una sorta di accanimento mediatico, siamo stati sbattuti in prima pagina anche con una certa violenza. Questo mi è sembrata un’offesa vera e propria alla città e a tutti i rendesi. Le dimissioni sarebbero certamente state la strada più facile da un punto di vista personale e professionale. Io ho 53 anni però, so chi sono, so quanto tempo ho sottratto alla famiglia, alla professione, ai miei affetti per svolgere il mio ruolo istituzionale. Pur trovandomi in una vicenda kafkiana ho deciso di portare avanti il lavoro svolto, di raccogliere i frutti di questa intensa attività. Diciamo che il programma elettorale lo abbiamo quasi completato. Manca solo l’approvazione del Psc che porteremo in consiglio, per il resto abbiamo fatto anche un filino in più rispetto al programma grazie alla capacità di intercettare finanziamenti come Agenda Urbana, Pnrr, il programma Hermes e tanti altri».

Quindi porterete il Psc in consiglio? Qualcuno dice che non ci sono i numeri…

«Porteremo in consiglio la nostra visione futura della città. Lo considero naturale. Se non ci sono i numeri pazienza, ce ne andremo tutti a casa»

Sempre che non ci pensi prima la commissione d’accesso. Secondo lei scioglieranno il Comune?

«Guardi in questo periodo in Comune non ci sono stata. Sono certa che la commissione ha svolto il suo lavoro con grande scrupolo e attenzione. Da quello che ho potuto vedere non mi pare ci siano gli elementi per uno scioglimento. Ma diciamo che non è un pensiero che mi toglie il sonno. Aspettiamo sereni la decisione di chi è competente, sapendo di non avere nulla da temere»

Il sindaco l’ha sentito?

«Certo, mi ha fatto un in bocca al lupo, era contento….»

Adesso per voi si apre il dopo Manna…Siete pronti?

«Ci stiamo preparando sia a Rende sia a Cosenza. Laboratorio civico nonostante qualcuno dica il contrario è in piena crescita. Il civismo è visto con favore dai tanti che si vogliono svincolare dai partiti ma non rinunciano all’impegno. Ma è presto, quando sarà il tempo penseremo al dopo Manna, per adesso c’è ancora Manna»