mercoledì,Aprile 30 2025

Rende, persi 5 milioni di finanziamento per il progetto Ermes dedicato agli anziani

L’ex vicesindaca e assessore al Welfare Artese: «Addio all’idea di un modello di urbanizzazione innovativo ed inclusivo che prevedeva anche la creazione di una comunità residenziale. Chi risarcirà i cittadini?»

Rende, persi 5 milioni di finanziamento per il progetto Ermes dedicato agli anziani

L’ex vicesindaca di Rende Annamaria Artese, che deteneva anche la delega al Welfare, denuncia pubblicamente che l’Ente commissariato ha perso 5 milioni di finanziamento per il progetto Ermes. Si trattava di un modello urbanistico con protagoniste le persone anziane, al centro di un percorso di vita funzionale. 

Avrebbe dovuto avere luogo nell’ex caserma dei Carabinieri di via Londra, in pieno centro dell’area urbana. Una parte dell’edificio è già stata ristrutturata ed è pienamente operativa da qualche anno come asilo nido, mentre l’intervento del progetto Ermes prevedeva il completamento della parte restante dell’immobile. Per una delle figure apicali del Laboratorio Civico, tutto ciò non sarà più possibile. 

L’amarezza di Artese per il progetto Ermes a Rende

«Che l’assoluzione nell’ambito dell’inchiesta Malarintha abbia posto una pietra tombale sulle ipotesi di mala gestione della cosa pubblica da parte della giunta Manna è ormai sotto gli occhi di tutti – ha spiegato -. Quello che emerge oggi  da parte dei commissari che proprio dalla Prefetta furono messi al servizio e a garanzia di un’amministrazione che potesse portare a termine quanto costruito in quasi otto anni di governo è invece un quadro desolante di mancanze e superficialità». Parte da questa analisi preliminare Annamaria Artese, per entrare nel cuore del problema.

«Constatiamo con amarezza – ha stigmatizzato la cosa parlando con la stampa – come lo stop al progetto ERMES sia l’ennesimo cattivo esempio dell’operato commissariale: Rende era stata scelta, unica città in Italia, per la realizzazione di vero e proprio luogo pensato e dedicato alla popolazione anziana con unità abitative e spazi comuni all’avanguardia. Un traguardo conquistato dall’amministrazione comunale grazie al lavoro dell’assessorato alle politiche sociali, divenuto punto di riferimento non solo in ambito provinciale, ma regionale in tema di welfare».

La componente della squadra di governo di Marcello Manna è passata poi ad analizzare i numeri. «Cinque milioni di euro di finanziamento da parte del Ministero della Salute nell’ambito del Piano Sviluppo e Coesione Salute (ex Piano Operativo Salute), andati in fumo a causa della mala gestione, questa sì, da parte della terna commissariale. Un progetto che vedeva Rende quale città pilota scelta da IRCCS INRCA per la realizzazione di un progetto innovativo ed esportabile in altre comunità. L’ex caserma dei Carabinieri situata in via Londra doveva essere trasformata in una rete di servizi assistenziali socio sanitari, di prima emergenza e di socializzazione. Nell’edificio si sarebbero infatti realizzati ampi spazi comuni e quattro unità abitative autonome, dotate di prodotti e servizi smart, oltre ad una palestra per attività motorie e ricreative, un auditorium/sala multifunzionale e spazi esterni per attività all’aperto e ortoterapia basati sulle tecnologie ICT». 

Quali erano gli obiettivi prefissati

«L’obiettivo del progetto Ermes a Rende – ha quindi aggiunto – era infatti la definizione e la realizzazione di un modello di urbanizzazione innovativo ed inclusivo che prevedeva anche la creazione di una comunità residenziale per gli anziani dotata di servizi intelligenti grazie alle tecnologie Informatiche, integrata con il tessuto urbano, il contesto sociale e i servizi sanitari, vicini e a distanza, finalizzata alla promozione e al mantenimento della massima autonomia, nell’ottica dell’Active&Healthy Ageing».

Artese ha evidenziato anche che «il modello si proponeva di sostenere le persone lungo tutto il decorso dell’invecchiamento, sia in fase di prevenzione che di gestione della propria cronicità e disabilità». «In particolare – ha tenuto a precisare – l’integrazione di servizi legati solitamente all’ambito ospedaliero, dedicati al cittadino e alla popolazione nel suo complesso, avrebbero consentito di mettere  le persone anziane al centro di un progetto di vita funzionale al proprio benessere. ERMES si sarebbe occupato anche del supporto alla famiglia dell’anziano, al fine di alleggerire il carico assistenziale fornito ai propri cari e sostenere il mantenimento delle relazioni, mitigando l’impatto dell’invecchiamento sull’intero ecosistema familiare».

«Tutto questo sarebbe potuto essere a Rende con il progetto Ermes, ma non è stato. Oltre l’ASP di Cosenza e la sede INRCA di Cosenza figuravano ben cinque Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico: IRCCS INRCA, IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, IRCCS Fondazione Santa Lucia, IRCCS NEUROMED, IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche; tre Università: Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e Università di Bologna e 10 istituti del CNR. Un’occasione persa, anni di lavoro vanificati e l’amara constatazione che per l’ennesima volta assistiamo all’inesorabile declino di una città che era tra le prime, in termini di crescita e benessere, al sud d’Italia. Chi risarcirà i cittadini di tale perdita? A coloro che hanno voluto e ottenuto questo scempio per uno scranno l’ardua sentenza» ha concluso Annamaria Artese.

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