Ripreso nel Palazzo di Giustizia della città dei bruzi il processo sulla Bcc di Cosenza, dove sono imputate per il reato di bancarotta fraudolenta 28 persone, ovvero i presidenti dei consigli d’amministrazione e i rispettivi consiglieri. Oggi in aula sono stati sentiti i due commissari chiamati a testimoniare dalla parte della pubblica accusa, rappresentata in udienza dal pubblico ministero Marialuigia D’Andrea.

Bcc Cosenza, le accuse agli imputati

Per la procura di Cosenza Giacinto Ettore Caroselli, in qualità di presidente del collegio di amministrazione della Banca di Cosenza Credito Cooperativo – Società Cooperativa di Cosenza, prima in liquidazione coatta amministrativa e poi dichiarata in stato di insolvenza nel 2014, così come Tosto, Basile, Cavallo, De Rango, Serafino Grandinati, Greco, Miniaci, Ponte, Scarpelli e Tancredi quali consiglieri di amministrazione della Bcc di Cosenza, Viafora nella qualità di presidente del collegio sindacale, Franco Grandinetti e Tocci in qualità di sindaco effettivo e Gallo in qualità di direttore generale della Bcc di Cosenza, avrebbero dissipato e distratto il patrimonio dell’istituto di credito per un importo pari a 250mila euro.

La procura di Cosenza ritiene inoltre che il collegio sindacale, esprimendo parere favorevole alla proposta di delibera del Cda avrebbe violato la normativa che impediva questa condotta, concedendo un mutuo ipotecario con scadenza a 216 mesi a una società di rivendita di auto di Cosenza nonostante il parere negativo dell’ufficio fidi che aveva evidenziato il rischio alto nella procedura “Crif” con presenza di insolvenze ed effetti protestati, senza alcuna motivazione valida per superare il parere dell’ufficio fidi. Debito, come si evince dal capo d’accusa, posto in sofferenza nel 2011. Tutto questo avrebbe causato un danno patrimoniale di rilevante gravità alla banca con un passivo accertato di quasi 23 milioni di euro.

Bancarotta Bcc Cosenza, il corso del processo

I due commissari Gianni Elia e Silvio Tirdi hanno risposto alle domande del pubblico ministero esponendo quanto riportato poi nella relazione finale. I due testimoni hanno sostenuto come la Bcc di Cosenza avesse una situazione debitoria importante, eredita probabilmente dalla fusione con gli istituti di credito di Scigliano e Dipignano. Nel corso della deposizione congiunta, Elia e Tirdi, rispetto alle formulazioni accusatorie, hanno chiarito che dal loro punto di vista c’erano sei pratiche da considerare ad “alto rischio“, ma le difese, nel momento del controesame, hanno fatto rilevare che in realtà nessuna di queste rientrava nei criteri di riferimento indicati dai consulenti.

Criterio di riferimento del 10% del fondo di vigilanza della Bcc di Cosenza, pari a circa 17 milioni di euro. Nessuna delle pratiche contestate dalla procura di Cosenza arriva quindi al milione e settecentomila euro, in quanto la somma massima erogata è stata di 250mila euro, con pratiche che in altri casi erano state approvate rispetto a richieste di 80/100mila euro. Non è stato possibile capire tuttavia quali fossero queste sei pratiche che potevano rientrare nei “grandi rischi“.

E’ emerso anche che il parere negativo del direttore e del direttore generale dell’ufficio fidi, confermato dai due commissari anche nella relazione, era una prassi consolidata per permettere di far intervenire il Confidi, che garantisce i prestiti anti-usura. Quindi, il parere negativo era necessario altrimenti non si poteva accedere al Confidi.

Bcc Cosenza, 11 milioni di euro di prestiti obbligazionali

I due commissari inoltre hanno confermato la loro valutazione negativa rispetto alla banca, evidenziando che hanno fatto di tutto per salvarla ma il mercato probabilmente non aveva fiducia in loro. Per fare questo avevano ottenuto l’autorizzazione dalla Banca d’Italia per emettere 11 milioni di euro di prestiti obbligazionali. Questo elemento però è stato portato a conoscenza del tribunale collegiale di Cosenza proprio da parte del collegio difensivo, visto che i due testi non ricordavano questa circostanza, non menzionata nella relazione depositata agli atti del processo.

Cos’è un prestito obbligazionale? E’ una forma di finanziamento a lungo termine con cui una società, in questo caso un istituto di credito, per chiedere un prestito emette obbligazioni a favore di investitori, i quali, secondo le norme vigenti, pretendono cedole di interesse a scadenza fissa, fino al completo rimborso del prestito. Questo passaggio, secondo le difese, è fondamentale per capire lo “stato di salute” della Bcc di Cosenza, prima dell’avvento dei due commissari e per valutarne l’operato. Operato che, a detta loro, non prevedeva di “sindacare” se il secondo Cda avesse contestato in qualche modo il modo di agire del primo.

Infine, una delle ultime cose affiorate in dibattimento è stata quella che la Banca d’Italia non ha commissariato la Bcc di Cosenza per l’evidenza di “grandi rischi” patrimoniali, ma per gravi irregolarità. Dopo quasi quattro ore di esame e controesame, il presidente Francesco Luigi Branda ha congedato i due testi, dando la parola all’imputato Piero Maccarone che ha rilasciato dichiarazioni spontanee, rilevando che il collegio sindacale ha lavorato, dal suo punto di vista, sempre nell’ottica di collaborazione con le altre figure presenti nella banca cosentina. Nella prossima udienza sarà sentito il commissario liquidatore Patroni Griffi.

Bcc Cosenza, i nomi degli imputati

  1. Rinaldo Talarico
  2. Ettore Giacinto Caroselli
  3. Filippo Fera
  4. Giancarlo Tosto
  5. Franchino De Rango
  6. Serafino Grandinetti
  7. Carlo Ponte
  8. Santo Naccarato
  9. Francesco Perugini
  10. Pietro Fiore
  11. Fernando Antonio Allevato
  12. Ubaldo Lepera
  13. Gianfranco Scarpelli
  14. Francesco Basile
  15. Francesco Greco
  16. Francesco Capocasale
  17. Ennio Pantuso
  18. Luigi Cavallo
  19. Francesco Tancredi
  20. Giampaolo Miniaci
  21. Eugenio Spagnuolo
  22. Piero Maccarone
  23. Ruggiero Di Leo
  24. Filiberto Viafora
  25. Franco Grandinetti
  26. Giuseppe Tocci
  27. Nunzio Guglielmi
  28. Eugenio Gallo

Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Maurizio Nucci, Marcello Manna, Guido Siciliano, Marlon Lepera, Nicola Carratelli, Pierluigi Pugliese, Antonio Gerace, Franz Caruso, Pietro Perugini, Eugenio Spadafora, Angelo Nicotera, Saverio Spadafora, Giuseppe Manna, Pasquale Vaccaro, Matteo Veschini, Antonio Vanadia, Enzo Belvedere, Roberto Le Pera, Angelo Pugliese e Francesco Chiaia.