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Spiragli di luce in fondo al tunnel per il testimone di giustizia cosentino Antonio Tenuta e per i suoi familiari, estromessi di recente dal programma di protezione. La novità positiva per loro è che l’efficacia di quel provvedimento, emesso dal ministero dell’Interno e confermato dal Tar del Lazio, è stata sospesa dal Consiglio di Stato.
Se ne riparlerà il prossimo 5 dicembre, data in cui i giudici affronteranno la questione nel merito. C’è un dettaglio, però, che fa ben sperare Tenuta: a differenza del Tribunale amministrativo, il collegio presieduto da Michele Corradino ha riconosciuto che incombe su di lui «un pericolo di estrema gravità e urgenza». Del resto è stato questo il motivo per cui il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dal difensore di Tenuta, l’avvocato Enrico Morcavallo. Se ne riparlerà tra poco più di due settimane.
Antonio Tenuta, già cotitolare di una ditta di vigilanza, era finito negli anni scorsi nel mirino dei fratelli Abbruzzese che volevano convincerlo a cedere le sue quote dell’attività. Dopo aver subito minacce, richieste ripetute di denaro e anche un violento pestaggio, ha registrato uno degli ultimi colloqui avuti con le persone che lo perseguitavano, contribuendo così al loro arresto e poi a farli condannare.