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Il dibattito con il procuratore Nicola Gratteri ha avviato la serie di eventi del terzo meeting internazionale organizzato, a Scilla, dalla fondazione Magna Graecia. “Innoviamo e rinnoviamo il Mezzogiorno”, il titolo scelto quest’anno dal sodalizio fondato e guidato dall’onorevole Nino Foti, unisce i termini di Sud e Futuri inneggiati dalla kermesse.
Incandidabilità dei politici
«Non ci sono alibi per nessuno», ha detto il procuratore capo di Catanzaro in apertura della serata. Intervistato dalla giornalista Paola Bottero, Gratteri ha posto l’accento sulla incandidabilità o meno dei politici e quindi sul controllo da parte della commissione parlamentare antimafia: «Il problema non si risolve con la patente dell’antimafia ma con la serietà della politica. Sul piano politico, etico e morale siamo in grado di capire se quella persona ha le competenze e chi fa le liste sa perfettamente chi mette dentro. Non ci sono alibi per nessuno».
Violenza sulle donne
Un passaggio anche sulla violenza sulle donne, sulle vittime innocenti: «Questa pandemia ha aumentato la violenza e lo stress viene scaricato sulla parte più debole. Il consiglio che do alle donne: quando un marito vi picchia dovete andare via. Non andate mai ad un ultimo appuntamento, è una trappola. Quello sarà l’ultimo vostro incontro perché vi ucciderà. Quando il marito vi ha alzato le mani, il rapporto è finito. E il sistema processuale penale non consente di arrestare tutti gli stalker».
Il rapporto con la stampa
Il rapporto con la stampa e il coraggio di andare in tv a denunciare pubblicamente quello che succede. Su questo Gratteri ha raccontato: «Faccio il mio lavoro dando tutto me stesso ma mi piace dire la mia, quello che penso. E soprattutto quando leggo certe cose non riesco a stare zitto. In questo periodo sto parlando tantissimo. Non posso stare zitto perché quando questo Governo si è insediato ha parlato della riforma del procedimento civile. E da italiano non posso sentir dire che se non si fa la riforma del processo civile, l’Europa non ci da i soldi. Da cittadino è umiliante. A un certo punto, dopo un mese e mezzo, spunta la riforma del processo penale e mi impunto sul termine “improcedibilità” che non sono riuscito a digerire» ha ribadito più forte Gratteri spiegando così i motivi della sua contrarietà rispetto alla legge firmata dalla guardasigilli.
Il turismo secondo Gratteri
«Non so cosa ci aspetta ma so cosa desidera il mio cuore: io vorrei per la Calabria le stesse infrastrutture che ci sono in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia. Questo è quello che sogno per la Calabria altrimenti saremo sempre fanalino di coda in tutte le classifiche» ha detto Nicola Gratteri intervenendo a Scilla in occasione del terzo meeting Internazionale organizzato dalla Fondazione Magna Grecia dal titolo “narrazione del Sud”.
«Quando parliamo di Sud e di Calabria non dobbiamo parlare solo di mafia perché in questa regione ci sono molte eccellenze ad esempio nel mondo dell’agricoltura e se avessimo le stesse infrastrutture che ci sono altrove potremmo fare di più. Dovremmo migliorare anche nel mondo del turismo perché non siamo molto bravi – ha aggiunto il magistrato -. Spesso facciamo del turismo predatorio: dura poco e in quel mese e mezzo vogliamo guadagnare tanto».
La soluzione per il capo della procura catanzarese ci sarebbe: «La Calabria avrebbe bisogno di università dedicate al turismo, per insegnare ai ristoratori ad essere più bravi e performanti. Non per quanto riguarda la cucina che è sicuramente di altissimo livello anche perché ci sono ottimi istituti alberghieri ma io penso in grande e immagino una grande università in Calabria: anziché tre facoltà di giurisprudenza, meglio due o una, e una università per il turismo».
La mafia internazionale
«La guerra in Afghanistan oltre a fare arrivare molti terroristi in Europa farà arrivare anche molta eroina» – è l’allarme poi lanciato dal procuratore. «C’è una mafia emergente in Europa, quella albanese. In Albania è facile corrompere e quando poi esco, dopo essere diventato forte, riesco a rapportarmi con la mafia internazionale. Lo sanno bene gli olandesi che oggi si ritrovano una criminalità molto dura e oggi ci chiedono cosa fare, le istruzioni per l’uso. Noi facciamo quello che possiamo ma io, già anni fa raccontavo che la ndrangheta era in Olanda. Non sono stato mai ascoltato perché loro sono molto gelosi della loro privacy ma è in nome della privacy che si fanno grandi affari. Il problema è che l’Europa non vuole mettere un freno, si trova di tutto, e oggi è diventata un grande supermercato, è la più grande piazza per fare business».