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L’ultima intimidazione, quella di Amantea, consumata da ignoti all’interno della galleria di Coreca, oltre a suscitare l’indignazione dell’intero comparto imprenditoriale della provincia di Cosenza, ha sortito la necessità di rafforzare le misure di sicurezza nei cantieri gestiti dalla Idrogeo, azienda di San Marco Argentano, leader nel settore delle grandi opere infrastrutturali, da qualche tempo entrata nel mirino della criminalità. Nello specifico, è stata decisa l’istituzione di un sistema di videosorveglianza all’interno del cantiere di Coreca.
Nella mattinata di oggi, 21 dicembre, Giovanni Termine, uno dei titolari dell’impresa, accompagnato dal proprio legale Valerio Ferraiolo, è stato ricevuto dal Prefetto di Cosenza per un vertice convocato con i rappresentanti delle forze dell’ordine. Al tavolo anche il presidente f.f. di Ance Cosenza Giuseppe Galiano, intervenuto anche in rappresentanza del presidente di Confindustria Giovambattista Perciaccante, e Rosario Branda, direttore di Confindustria Cosenza.
Un incontro promosso non tanto e non solo per manifestare la vicinanza istituzionale all’azienda, ma anche per l’adozione di efficaci misure di contrasto alla escalation di attentati che ha gettato nell’angoscia la famiglia Termine. Come si ricorderà la sequela di episodi è stata inaugurata giusto un anno fa, nel dicembre 2022, con l’esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco nel cantiere per la costruzione di un viadotto sulla strada delle Terme, la Statale 283. In quello stesso cantiere poi, a febbraio 2023, è stato dato alle fiamme un escavatore del valore di circa 400mila euro. A fine novembre infine, un’altra intimidazione a colpi di arma da fuoco questa volta contro il portone di ingresso di un’abitazione privata, della famiglia Termine.
Adesso l’aggressione in danno di un operaio nel tunnel di Coreca con l’irruzione di alcuni energumeni incappucciati che hanno pure dato fuoco ad un veicolo della guardiania. «Abbiamo chiesto questo tavolo al Prefetto e siamo stati convocati prontamente. Non abbiamo sospetti: nessuno si è mai presentato per avanzare richieste estorsive. C’è preoccupazione ma anche la consapevolezza che bisogna reagire, nel tentativo di lasciare una terra migliore ai nostri figli», ha commentato Giovanni Termine.
«Si è toccato il limite – ha aggiunto Giuseppe Galiano – Quello che è accaduto alla Idrogeo è assurdo: entrare in un cantiere in esercizio, malmenare un dipendente ed appiccare un incendio alla presenza di tutti. Siamo qui per manifestare sostegno al collega ma anche per cercare, insieme a lui ed alle forze preposte, una soluzione per arginare questo grave fenomeno criminale, anche per tutti gli altri imprenditori sani del nostro tessuto economico».