Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro, su delega della Procura Regionale della Corte dei Conti per la Calabria, ha eseguito un decreto di sequestro conservativo, su beni immobili, mobili e crediti per complessivi 9.179.086,29 euro nei confronti di 11 persone, principalmente appartenenti all'Unità Operativa Complessa di Oculistica dell'Azienda Ospedaliero Universitaria "Renato Dulbecco" di Catanzaro.

Il sequestro, anticipato ieri da LaC News24, arriva a vale dell’inchiesta della Procura di Catanzaro che ha accesso i fari su un presunto sistema di liste d’attesa personalizzate il cui fulcro sarebbe stato il primario del reparto Vincenzo Scorcia

La “privatizzazione” del servizio pubblico

Gli approfondimenti svolti dalle Fiamme gialle di Catanzaro relativi, tra l'altro, alla gestione illecita delle procedure delle liste d'attesa del reparto di Oculistica dell'ospedale, avrebbero consentito di rilevare svariate condotte dannose per l'Erario, attinenti a un complesso di comportamenti illeciti - consistenti, tra gli altri, nell'indebita percezione dell'indennità di esclusività e di emolumenti stipendiali non dovuti, nel mancato riversamento di proventi da lavoro autonomo illegittimamente esercitato, nella "privatizzazione" del servizio pubblico e nell'appropriazione di beni pubblici per fini privati - commessi dal personale medico e infermieristico nonché dalla segretaria di uno studio medico privato. Sulla base di questi elementi, il Presidente della Sezione giurisdizionale per la Calabria della Corte dei conti, su richiesta della Procura regionale, ha emesso un decreto che dispone il sequestro conservativo del denaro

I danni contestati 

Oltre 6,2 milioni sono contestati al primario Scorcia (di cui 2,3 in solido con Maria Battaglia, la sua segretaria, e la caposala del reparto Laura Logozzo); 280mila a Giuseppe Giannaccare; 83mila ad Adriano Carnevali; 350mila a Rocco Pietropaolo; 1 milione 288mila ad Andrea Lucisano; 357mila ad Andrea Bruni; 463mila ad Eugenio Garofalo; 70mila a Giorgio Randazzo e 29mila a Maria Aloi.