La mappa urbanistica del Comune di Cassano All'Ionio è costellata di "vuoti urbani", edifici un tempo pulsanti di vita che oggi sono ridotti a scheletri immobiliari, simbolo di risorse sprecate. Se da un lato l'ex Amministrazione, guidata dal sindaco Gianni Papasso, ha mostrato determinazione nel recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata, dall'altro, la sfida del patrimonio comunale ordinario inutilizzato potrebbe/dovrebbe diventare per la nuova amministrazione del sindaco Iacobini una priorità cruciale per rispondere ai bisogni sociali e rivitalizzare il tessuto cittadino.

L'esperienza positiva nella gestione dei beni sottratti alla criminalità offre la direzione da seguire. A Cassano, questi progetti non sono solo atti di legalità, ma veri e propri interventi di welfare di comunità. Si inquadra in una risposta all'emergenza abitativa l'assegnazione di un finanziamento regionale di oltre 2,6 milioni di euro per il completamento di due palazzi confiscati nella contrada Bruscata Piccola di Sibari. Questi immobili saranno riconvertiti in alloggi popolari, un'azione che potrebbe fornire un tetto sicuro a molte famiglie. Il progetto di ristrutturazione di "Villa Forastefano", destinata a diventare un centro residenziale "Dopo di noi" per persone con disabilità, sottolinea l'impegno del Comune a trasformare i simboli dell'illegalità in fari di inclusione e supporto sociale. Questi risultati dimostrano che, con la giusta volontà politica e l'accesso ai fondi, il riscatto del bene è possibile e necessario.

Accanto ai beni confiscati, il Comune detiene un vasto elenco di proprietà che, pur non avendo il valore simbolico della lotta alla mafia, hanno un enorme potenziale sociale e chilometrico con tipologie di fabbricati che potrebbero e dovrebbero essere recuperati e sottratti al ciclo di incuria che li affligge. Un caso di particolare rilevanza è l'ex Palazzo di Città (un tempo definito semplicemente “u municipij”), interposto tra Via Marsala e Via Municipio, nel cuore del centro storico. Si tratta di un edificio di pregio che, a causa del suo inutilizzo, contribuisce all'impoverimento e allo spopolamento dell'area centrale di Cassano.

Tanti metri quadrati da utilizzare, per esempio, a incubatore culturale e sociale con spazi per co-working dedicati a professionisti locali, laboratori di artigianato storico per il recupero delle tradizioni, o alloggi temporanei (ostelli) per il turismo sociale. La riqualificazione dell'ex Municipio, in particolare, può fungere da calamita per la rinascita di tutta l'area circostante. Destinare i piani superiori, da cui si accede da Via Marsala, a mini-alloggi sociali per giovani che vogliono vivere nel centro. I piani sottostanti potrebbero essere destinati ad attività culturali gestite da associazioni che genererebbe un flusso di persone e servizi essenziali per contrastare lo spopolamento e l'abbandono. Senza la presunzione di indirizzare o illuminare chi gestisce questi “tesoretti”, la proposta potrebbe essere considerata. Ma l’ex Palazzo di Città non è l’unico “mostro” di potenzialità. L’ex Scuola Elementare in contrada Caccianova, degradata a causa della denatalità e del calo demografico oltre all’accentramento d’istruzione, rappresenta un grande spazio che invecchia inutilmente. Al pari dell’altro edificio scolastico in contrada Garda, in parte utilizzato ma esclusivamente a livello amministrativoCon un piano di recupero, non sarebbe strano se venissero trasformati in Centri di Aggregazione Intergenerazionali e/o internazionali offrendo ai tanti migranti un luogo di ascolto e accoglienza, creando laboratori per l’insegnamento gratuito della lingua italiana per i lavoratori stranieri presenti nella zona come manodopera agricola.

Passeggiando tra i ricordi, in Via Popolo, ecco quello che un tempo era un carcere. Le finestre con le grate si riversano su Via Mons. Bruno Occhiuto, a pochi metri dalla Cattedrale. Una struttura triste, obsoleta e storica che potrebbe essere convertita in Sede Coordinata per il Volontariato e Terzo Settore, offrendo uffici e sale riunioni alle associazioni locali di cui l’ente ne ha approvato l’iscrizione nel proprio Albo.

La chiave per sbloccare queste risorse non risiede solo nei bandi di ristrutturazione, ma nell'adozione di un modello di co-progettazione e “patti di collaborazione” tra l'Amministrazione e le forze vive del territorio. Questo approccio, oltre a ridurre i costi di gestione per il Comune, garantisce che i beni recuperati rispondano esattamente alle necessità locali. L'accesso ai fondi nazionali specifici, come quelli previsti per l'efficienza energetica e la rigenerazione urbana del Pnrr, può essere il volano per finanziare questi interventi. Cassano ha l'opportunità, unica e urgente, di trasformare il peso del suo patrimonio inutilizzato in un volano di sviluppo sociale, economico e culturale.

Ma le idee o le proposte, dopo aver identificato il potenziale sociale ed economico del vasto patrimonio immobiliare inutilizzato, innescano la sfida cruciale per il Comune di Cassano All'Ionio dove l’attenzione si sposta sulla procedura di assegnazione. Trasformare il degrado in opportunità richiede non solo fondi per la ristrutturazione, ma anche strumenti legali e amministrativi che garantiscano equità, trasparenza e una gestione efficace a lungo termine, lontano dai pregiudizi e favori. Per quanto riguarda gli immobili a vocazione residenziale, come i palazzi confiscati a Sibari, il percorso è definito dalle norme sull'Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), con le Graduatorie Comunali che regolano l'assegnazione. Tutto deve avvenire rigorosamente tramite le graduatorie pubbliche esistenti, gestite dal Settore Servizi Sociali e Politiche Abitative. Una volta riqualificati, gli alloggi dovrebbero essere offerti a un canone di locazione agevolato (sociale) calcolato in base all'ISEE del nucleo familiare, garantendo così un sostegno concreto alle fasce più deboli della popolazione.

Per gli immobili destinati a funzioni collettive (ex scuole, l’ex carcere e l'ex Palazzo di Città), il modello più moderno ed efficace è la co-progettazione o l'affidamento tramite bandi pubblici che valorizzino il progetto prima del valore economico. L'ex Palazzo di Città, data la sua posizione centrale e la sua valenza storica, richiede un approccio mirato alla rigenerazione urbana. Il bando di assegnazione dovrebbe prevedere i Criteri Selettivi per le Associazioni, Cooperative o Enti del Terzo Settore (ETS) le quali dovrebbero presentare un piano di gestione dettagliato che includa l’Impatto Sociale Atteso (numero di cittadini coinvolti, servizi offerti - es. corsi, sportelli d'ascolto, laboratori – tempi di interventi sociali. Al contempo, per ridurre al minimo l’onere per il Comune, fondamentale sarebbe dimostrare la Sostenibilità Economica la capacità, cioè, di auto-sostenere le attività. E tra le cose più importanti, arriva in aiuto il Comodato d'Uso (Legge 117/2016) dove l'immobile può essere concesso in uso gratuito o a canone simbolico (come previsto dal Codice del Terzo Settore) per un periodo pluriennale (es. 9-15 anni), vincolando l'ente al mantenimento della destinazione sociale.

Per le ex scuole, situate nelle contrade di Garda e Caccianova, perché non pensare alla decentralizzazione dei servizi? Attraverso un Patto di Collaborazione, il Comune può stabilire, con i comitati di quartiere o associazioni locali, la gestione di un Centro Diurno o di un doposcuola, in cui la comunità stessa si impegna nella piccola manutenzione e nella cura del bene, in cambio dell'utilizzo gratuito dello spazio. Un elemento basilare per sbloccare i cantieri di recupero è il Social Bonus. Questo strumento permette a soggetti privati (aziende o cittadini) di ottenere un credito d'imposta per le donazioni effettuate a favore di ETS (Enti del Terzo Settore, organizzazioni senza scopo di lucro per finalità civiche e/o sociali) che finanziano il restauro e la riqualificazione di immobili pubblici inutilizzati. In questo modo, il Comune non deve sostenere interamente i costi di ristrutturazione, attivando invece la responsabilità sociale d'impresa locale.

In sintesi, la riconversione di questo patrimonio non è solo una scelta sociale, ma un vero e proprio piano di sviluppo urbano che passa attraverso la trasparenza e la fiducia nelle forze attive del territorio di Cassano All'Ionio. Un famoso adagio ripeteva “volere è potere” che annulla “tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare”.