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Vittorio De Vuono è stato assolto dall’accusa di detenzione di circa mezzo chilo di hashish. La decisione del giudice del tribunale di Cosenza è arrivata dopo aver rilevato diverse irregolarità nel procedimento e l’assenza di prove certe contro l’imputato.
Innanzitutto, la consulenza tecnica sulla sostanza stupefacente è stata dichiarata inutilizzabile poiché effettuata oltre i termini massimi consentiti per le indagini preliminari. Lo stesso destino è toccato ai rilievi dattiloscopici: gli accertamenti tecnici, infatti, sono stati svolti senza avvisare l’indagato, rendendoli di fatto irripetibili e quindi non utilizzabili in giudizio.
Un altro elemento chiave nella decisione del tribunale riguarda il luogo in cui era nascosto lo stupefacente, ovvero una soffitta. Tale spazio non appartiene all’imputato, e nel corso del processo non è stata dimostrata la disponibilità effettiva di quel luogo da parte di De Vuono.
Infine, pur essendo state trovate delle impronte digitali su un bilancino di precisione sequestrato nella stessa soffitta, il giudice ha ritenuto che questo elemento, da solo, non fosse sufficiente per provare la responsabilità dell’imputato difeso dall’avvocato Angelo Nicotera.