Il nome più gradito sembra essere quello dell’europarlamentare M5s che però vorrebbe continuare il suo lavoro a Bruxelles. Il segretario dem si è detto indisponibile ma Roma potrebbe chiedergli il sacrificio
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E ora cosa facciamo? La mossa del cavallo di Roberto Occhiuto ha lasciato spiazzato il centrosinistra che fino a ieri si crogiolava fra tavoli e le classiche rivendicazioni prima il programma. L’accelerazione impressa da Occhiuto non consente più perdite di tempo. Di certo di tempo per fare le primarie non ce n’è più. Allora è evidente che la discussione si è trasferita d’imperio ai tavoli romani.
Da ieri i telefoni sono roventi. Bisogna individuare un candidato che sia in grado di penetrare fra la gente quanto o come Occhiuto e che soprattutto sia in grado di attrarre l’area di centro che sembra aver rotto con il centrodestra (ma sempre fino alla curva).
In queste ore il ragionamento che arriva da Roma è che la designazione del candidato spetterebbe al M5s in un’ottica del quattro a due. Ovvero al Pd andrebbero la Toscana, il Veneto, la Puglia e le Marche dove Giuseppe Conte ha appena dato il via libera alla candidatura dell’indagato Matteo Ricci. Al M5s toccherebbero la Campania con Roberto Fico e appunto la Calabria.
Per la nostra regione i grillini non hanno un nome, bensì due che poi sono lo specchio di un movimento che in Calabria sembra davvero diviso a metà. Il primo è quello della vicecapogruppo alla Camera, Vittoria Baldino che fra tutti i parlamentari calabresi del MoVimento è quella che più di tutte si è occupata con più incisività delle questioni calabresi: dalla bonifica di Crotone alle vicende sanitarie. Ma nel suo stesso partito non tutti sono convinti di questa soluzione.
Molta più unanimità riceve invece l’idea di candidare l’europarlamentare Pasquale Tridico. L’ex presidente dell’Inps, fra gli ideologi del reddito di cittadinanza, è molto popolare ed ha anche le giuste entrature come ha dimostrato qualche settimana fa portando a Corigliano Rossano Peter Gomez e Nicola Gratteri. L’unico problema è che Tridico non vorrebbe lasciare il lavoro appena iniziato a Bruxelles. Anzi a dirla tutta, incontra soprattutto le resistenze della sua consorte che in Belgio ha deciso di trasferire tutta la famiglia. Su di lui però c’è il pressing di gran parte del partito e anche del Pd che lo vede come possibile figura moderata, più tecnico che grillino.
Nel caso di un rifiuto di Tridico non resta che il Pd a prendere in mano il pallino del gioco. D’altronde i dem sono l’unico partito strutturato sui territori e capace di un minimo di mobilitazione. Il nome spendibile è quello del segretario regionale Nicola Irto che però è anche lui al momento indisponibile. Di fronte alla richiesta di un sacrificio da parte di Roma però non si potrebbe tirare indietro.
Ma il centrosinistra ha anche altre frecce nel suo arco. Non bisogna dimenticare infatti il blocco dei sindaci che sicuramente vanno in qualche modo coinvolti nella partita. Molti di loro si sono detti già disponibili alla candidatura come quello di Cosenza, Franz Caruso e quello di Reggio, Giuseppe Falcomatà. Sarebbero figure in grado di attrarre come dicevamo all’inizio i centristi e i riformisti che hanno dato segnali di grande vitalità durante le ultime amministrative.
L’altro sindaco di una grande città del centrosinistra è Flavio Stasi, primo cittadino di Corigliano Rossano. Quest’ultimo ha meno possibilità di attrarre l’area moderata, ma ha meno coperture politiche degli altri due. Certo è vero che ha già “battuto” Occhiuto alle amministrative, è dotato di una buona retorica e di una immagine positiva. Potrebbe spuntarla allora solo se Avs si dovesse impuntare e rivendicare una candidatura per la Calabria.
Insomma il gioco nel centrosinistra è ancora molto fluido, ma i tempi ormai stringono.