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«Esprimiamo profonda preoccupazione e delusione per l’organizzazione della tradizionale Fiera di San Giuseppe 2025, che si sta rivelando un clamoroso insuccesso senza precedenti». Lo affermano in una nota i consiglieri di minoranza del Comune di Cosenza Francesco Caruso, Francesco Cito, Giuseppe D’Ippolito, Alfredo Dodaro, Francesco Luberto, Ivana Lucanto, Antonio Ruffolo, Francesco Spadafora e Michelangelo Spataro.
«La manifestazione, che affonda le sue radici nell’anno 1234 quando fu istituita da Federico II di Svevia per agevolare gli scambi commerciali nelle città del Sud – dicono – è stata completamente snaturata da scelte amministrative inadeguate che ne hanno compromesso l’essenza e il valore storico-tradizionale».
Un’organizzazione disastrosa
Per la minoranza «il caos ha regnato sovrano già nelle fasi preliminari della Fiera, con una piattaforma per il rilascio dei permessi andata in tilt, file interminabili davanti agli uffici comunali fino a notte fonda e posteggi assegnati contemporaneamente a più commercianti. Non sono mancati momenti di forte tensione che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine per placare gli animi esasperati.
L’aumento significativo delle tariffe per l’occupazione del suolo pubblico (arrivate a 200 euro a modulo) e le decisioni unilaterali di spostare storici espositori in aree periferiche e poco funzionali hanno provocato la defezione in massa di commercianti che da decenni rappresentavano l’anima della Fiera».
Una Fiera di San Giuseppe senza identità
«Il risultato – proseguono – è sotto gli occhi di tutti: per la prima volta in quasi otto secoli, la Fiera di San Giuseppe si svolge senza i tradizionali stand di vimini, terrecotte, piante e fiori che costituivano il 30-40% del suo fascino. I commercianti di Soriano Calabro, Seminara e Caltagirone – custodi di antiche tradizioni artigianali – hanno scelto di disertare l’evento dopo essere stati relegati in zone marginali, lontane dai flussi principali di visitatori e in condizioni logistiche improponibili.
Mentre numerosi ambulanti stanno già abbandonando le loro postazioni, il malcontento si diffonde anche tra i cittadini cosentini, privati di un appuntamento che da sempre rappresenta un momento forte dell’identità culturale locale».
Le responsabilità politiche
«La responsabilità di questo disastro ricade interamente sul sindaco Franz Caruso, che ha dimostrato una visione della Fiera completamente distaccata dalla sua essenza storica e tradizionale. Mentre il primo cittadino parla di “piccoli disagi” e progetta addirittura di allungare la durata della manifestazione per il prossimo anno – attaccano – la realtà è quella di un evento svuotato del suo significato più profondo.
Le scelte politiche alla base di questo fallimento non possono certo essere imputate all’assessore alle Attività economiche e produttive, Massimiliano Battaglia, né al dirigente di settore, Francesco Giovinazzo, che hanno dovuto operare all’interno di direttive politiche imposte dall’alto e con risorse insufficienti».
Una tradizione da ripristinare
«Come rappresentanti dell’opposizione, riteniamo che sia necessario un immediato cambio di rotta. La Fiera di San Giuseppe rappresenta un patrimonio culturale e commerciale che appartiene all’intera comunità cosentina e calabrese, non un evento da gestire con improvvisazione e superficialità.
Chiediamo al sindaco di ascoltare le voci di protesta che si levano da più parti e di avviare fin da subito un tavolo di confronto con le categorie storicamente protagoniste della manifestazione, per progettare un’edizione 2026 che ripristini la dignità e l’autenticità di un evento quasi millenario» conclude la nota.