Per solito, e chi mi conosce bene lo sa, non amo replicare alle fesserie mediatiche. Si deve pur campare nella vita e capisco bene che provare a fare informazione dalle nostre parti non è semplice. Stavolta però mi tocca dire la mia perché vengo chiamato in causa sul piano personale e quando i pettegolezzi prendono il sopravvento sulla politica è solo cibo per i meno intelligenti. Da cui occorre guardarsi bene. Veniamo al punto. Anzi, ai punti.


È vero che manco dal primo piano del Comune di Cosenza dalla data della presentazione delle liste ma perché era candidata mia figlia e non volevo venisse strumentalizzata la faccenda, della serie si usa il Comune come sede elettorale. La mia assenza non sottende alcuna rottura ma deriva dalla necessità di un meritato riposo (atteso che io non ho fatto ferie ad agosto...) nonché dalla riflessione attorno ad una più complessiva riorganizzazione politica. La fantasia di legare il mio suggerimento a Franz Caruso con la richiesta del Pd la trovo anacronistica, oltreché priva di notizia. Non occorre essere scienziati della politica per "intuire" che dopo una tornata elettorale così probante il principale partito della coalizione che sorregge l'amministrazione comunale ha in mente di sottoporre al sindaco una sorta di rivisitazione di deleghe e competenze.

È nelle cose, mi è sembrato di anticipare l'acqua calda dal rubinetto anche perché è deducibile che dopo il voto diventa necessario riorganizzare e mettere a fuoco una fase di fine mandato. Poi, è chiaro, il giornalista maldestramente collega la mia scontata "previsione" alle dinamiche del Pd al fine di creare fratture ma tant'è. Come detto prima, si deve pur campare nella vita. E veniamo al punto centrale. Ho fatto cenno in conferenza stampa al deducibile (e dimostrabile...) disimpegno dei sindaci delle principali città come pura analisi politica generale, non ho mai immaginato di rivolgermi esclusivamente e neanche principalmente a Franz Caruso.

Segnalo semmai la mancanza di impegno da parte di tutti i sindaci come sintomo di un centrosinistra privo di entusiasmo necessario. Ridurre questa pubblica valutazione ad un diverbio tra me e Caruso delinea assoluta bassezza nella comunicazione, non degna di un giornalismo di qualità relegato al più al gratuito gossip. Tracciare la storia tra due persone che si conoscono da 40 anni e riportare rotture e dissapori inesistenti ha solo lo scopo di soddisfare piccoli cabotaggi che respingo al mittente. Il rischio di questa operazione mediatica è quello di cadere male, come si dice in questi casi. Perché la politica per come la intendo io non vive di amicizie o dissapori ma di visioni, contenuti, progetti. Progressi.

Esprimere la propria posizione e ascoltare le altre. Nel glorioso Psi ci si ammazzava tra amici dopo di che si andava a mangiare assieme la pizza. Sono cresciuto con questa scuola. Franz Caruso è prima di tutto un amico di vecchia data, è un iscritto al Psi ed è sindaco di Cosenza e se ci sono dissapori (e non ce ne sono) o punti di vista differenti ci sono luoghi e modi per chiarire o fare sintesi politica. Ma evidentemente il circuito mediatico che si nutre di gossip travestito da cronaca politica è abituato ad altro. E questo aiuta ad alimentare la non politica.
Tanto dovevo alla verità.
Luigi Incarnato

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La nostra controreplica a firma Antonio Clausi

«… mi è sembrato di anticipare l'acqua calda dal rubinetto anche perché è deducibile che dopo il voto diventa necessario riorganizzare e mettere a fuoco una fase di fine mandato». Una frase sensata, che sta pienamente nell’ordine delle cose (politiche); l’unico passaggio condivisibile di una replica che brilla (anzi, abbaglia) per cadute di stile – altro che visione politica – e richiami alle modalità imperanti del precario presente politico: i populismi che trovano linfa nei luoghi comuni che rimandano a gossip, pettegolezzi, fatica del vivere (o necessità di campare). Non serviva una conferenza stampa – o forse sì? – per sollecitare l’applicazione di una regola non scritta della politica: dopo ogni elezione si apre il confronto interno, si discute, si pesano i fatti, si analizzano i dati elettorali e, nel caso di un’amministrazione comunale destinata a naturale scadenza come quella di Cosenza, «si mette a fuoco una fase di fine mandato» (Incarnato dixit). E allora analizziamo i dati e pesiamo i fatti. I dati: le aspettative del Psi, in chiave elettorale, sono andate deluse. I fatti: l’idiosincrasia verso la nostra ricostruzione giornalistica (Incarnato lo chiami pure gossip, nessuno si offende) trae origine da altre… idiosincrasie riconducibili magari al commento di Mattia Caruso, figlio del sindaco Franz, a un post del segretario nazionale Psi Riccardo Nencini, che stigmatizzava la sua conduzione del partito in Calabria. Lo alleghiamo ad ogni buon conto, perché ognuno possa farsene una idea e soprattutto a beneficio dei «meno intelligenti» di cui parlava Incarnato. Che, ahinoi, sono davvero tanti, troppi…

"Caro Riccardo. Troppo spesso negli ultimi anni il nostro Partito è diventato strumento al servizio di piccole logiche personalistiche. Al merito si sono sostituiti il servilismo ed alcune consanguineità. Un caro abbraccio”