A San Nicola Arcella professionisti e servizi territoriali insieme per rafforzare l’assistenza ai pazienti più fragili
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Il nuovo percorso dedicato alla terapia del dolore e alle cure palliative entra in una fase decisiva grazie a due giornate formative che coinvolgeranno professionisti e servizi territoriali nel cuore del Tirreno cosentino. Il 28 e 29 novembre, il Palazzo Principi Lanza di San Nicola Arcella ospiterà un confronto ampio e qualificato, promosso dal Settore “Prevenzione e Sanità Pubblica” della Regione Calabria, dal Coordinamento Unico degli Obiettivi di Piano e dalla Direzione Strategica dell’ASP di Cosenza guidata dal direttore generale Antonio Graziano.
L’iniziativa punta a rafforzare un modello organizzativo che avvicini ulteriormente ospedale e territorio, con un’attenzione particolare ai pazienti affetti da patologie croniche e inguaribili. Il Congresso, presieduto da Angela Riccetti, coordinatrice dei Distretti Sanitari dell’Azienda, propone un percorso orientato al contributo delle diverse figure coinvolte: Medici di Medicina Generale, specialisti ambulatoriali, operatori sociosanitari e medici ospedalieri. Un metodo condiviso e multiprofessionale che, negli ultimi mesi, ha trovato concretizzazione attraverso la creazione di specifici Ambulatori Multidisciplinari di Terapia del Dolore e Cure Palliative.
Le strutture sono già operative in vari territori: tre nel Distretto Tirreno, a Praia a Mare, Scalea e Amantea; uno nello Jonio Nord, a Trebisacce; e uno nel Distretto Cosenza–Savuto, nel capoluogo bruzio. Gli ambulatori lavorano in stretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale e con l’Assistenza Domiciliare Integrata, costruendo una rete omogenea che garantisce continuità assistenziale e presa in carico efficace.
Il programma scientifico, curato da Tommaso Astorino, Vito Cianni, Rossella Remedi, Assunta Tarsitano e Patricia Valente, con supporto tecnico-organizzativo di JBprof, affronterà aspetti clinici, psicologici, comunicativi e organizzativi. L’obiettivo è integrare le migliori pratiche maturate nei servizi territoriali, favorendo uno scambio di esperienze che rafforzi la capacità di risposta ai bisogni dei pazienti più fragili.


