«Dove sono i nostri soldi?» Se lo chiede da settimane una mamma cosentina. Suo figlio è affetto da una grave disabilità e lei è la sua caregiver, ma l’erogazione dei fondi previsti a supporto di famiglie che devono farsi carico di spese sanitarie molto consistenti, a quanto pare si è inceppata tra le pieghe della burocrazia e dei ritardi amministrativi.

 «Se la Regione ha assegnato all’Ambito di Cosenza 154.570 euro, perché a noi sono arrivati solo 400 euro? Dove sono finite le altre somme destinate ai noi 53 caregiver del territorio?»

La mamma ci racconta che fino al 2020 i contributi venivano erogati mensilmente e in maniera regolare, ma dal 2021 la Regione Calabria ha cambiato modalità di pagamento, trasformando l’aiuto in una quota una tantum da 400 euro. Una cifra assolutamente irrisoria.

«Hanno pagato il 2021 solo pochi giorni fa, e adesso dicono che il 2022 è in pagamento. Ma il punto non è questo - denuncia la madre -. Il punto è che le somme complessive previste per noi caregiver che assistiamo persone affette da grave disabilità, sono molto più alte. Basta guardare gli atti. Ci sono 52.794 euro per le annualità 2018–2020, 49.069 euro assegnati per il 2021, e altri 52.706 euro per il 2022. In totale 154.570,42 euro. Eppure a noi caregiver arrivano solo 400 euro a famiglia. Perché? Per quale motivo? Dov’è il resto?»

Le famiglie beneficiarie sono solo 53. «Se ci hanno dato 400 euro a testa, significa che sono stati distribuiti circa 22.800 euro. Molto meno della metà della somma. Il resto dov’è? Perché non viene utilizzato per noi, visto che è destinato esclusivamente ai caregiver di persone con disabilità gravissima?»

Le risposte ottenute negli uffici comunali non l’hanno convinta. «Mi hanno detto solo che le modalità sono cambiate e che la Regione non permette di usare le economie del 2020 perché devono riprogrammarle. Poi mi hanno ripetuto che “è così in tutti gli ambiti” e che stanno aspettando nuove linee guida per il 2023. Nessuno si assume la responsabilità di spiegare perché, con quei fondi disponibili, noi abbiamo ricevuto solo una minima parte».

A chiedere chiarezza sono diverse famiglie che hanno voluto far sentire la loro voce: «Noi caregiver – dice un papà – non siamo numeri, siamo genitori che assistono i propri figli 24 ore su 24. Ogni giorno affrontiamo costi, terapie, attrezzature, bisogni continui. Quattrocento euro dopo anni di attesa sono una presa in giro. Non possiamo essere lasciati soli senza nemmeno una spiegazione».