Stasera alle 19.30, la comunità di Taverna di Montalto Uffugo si raccoglierà per una fiaccolata in memoria di Isabel Desirèe Porco, la giovane morta prematuramente a Roma all’età di 16 anni. All’iniziativa prenderanno parte familiari, amici e cittadini, uniti dal dolore e dal desiderio di ricordare una vita spezzata troppo presto.

Il dramma di Isabel Desirèe è stato raccontato con forza dalla sorella e dal padre, che sui social hanno espresso la loro disperazione e denunciato ritardi e carenze nel soccorso sanitario. La sorella ha ricordato gli ultimi istanti prima dell’arrivo in ospedale: «Mi ha chiamata il 18 settembre dicendo che stava poco bene, accusava inattività di braccio e gamba destra. Sono arrivata a scuola e Isabel non riusciva a muoversi, era confusa, vomitava più volte durante il tragitto. Stava morendo davanti ai miei occhi e loro mi rassicuravano dicendo: “Tranquilla, è solo un attacco di panico”».

Una volta giunta al pronto soccorso, la giovane è entrata in codice giallo, con la diagnosi iniziale di crisi epilettica, successivamente esclusa dopo ulteriori accertamenti. Solo con la TAC si è scoperta la gravità della situazione: un’emorragia cerebrale causata da una MAV (malformazione artero-venosa congenita). Nonostante gli interventi chirurgici, la pressione intracranica di Isabel non si è abbassata nei tre giorni successivi, provocando sofferenza e ansia tra i familiari. La sorella ha sottolineato l’incomprensibile ritardo e la difficoltà nel trasferire la ragazza in altra struttura: «Perché non era trasportabile e poi invece lo è stata? Perché devo perdere mia sorella a 16 anni?»

Il padre, Maurizio Porco, ha accompagnato il ricordo della figlia con un accorato appello alla sanità calabrese: «È inconcepibile entrare in pronto soccorso in codice giallo senza soccorritori presenti in ambulanza. Il tempo è fondamentale per diagnosticare un evento grave come quello che ha colpito Isabel. Non chiedo colpe, chiedo verità. Oggi è capitato a me, domani può capitare a chiunque. Insieme dobbiamo lottare per un primo soccorso più efficiente e per un pronto intervento che salvi vite».

Le lettere dei familiari hanno fatto emergere non solo il dolore immenso per la perdita della giovane, ma anche la necessità di un cambiamento nel sistema sanitario regionale, affinché episodi simili non si ripetano.