
Abbruzzese e Forastefano: i ruoli nel narcotraffico (fino a Cosenza)
Abbruzzese e Forastefano: i ruoli nel narcotraffico (fino a Cosenza)
Abbruzzese e Forastefano: i ruoli nel narcotraffico (fino a Cosenza)
Abbruzzese e Forastefano: i ruoli nel narcotraffico (fino a Cosenza)
Abbruzzese e Forastefano: i ruoli nel narcotraffico (fino a Cosenza)
Abbruzzese e Forastefano: i ruoli nel narcotraffico (fino a Cosenza)
Abbruzzese e Forastefano: i ruoli nel narcotraffico (fino a Cosenza)
Abbruzzese e Forastefano: i ruoli nel narcotraffico (fino a Cosenza)
Abbruzzese e Forastefano: i ruoli nel narcotraffico (fino a Cosenza)
L’ultima retata della Dda di Catanzaro consente al tessuto economico e sociale della Piana di Sibari di respirare. Si spera a lungo, anche se la forza delle consorterie mafiose è quella di riorganizzarsi nel più breve tempo possibile, dando continuità agli affari della cosca di appartenenza. Sta di fatto che l’inchiesta venuta a galla oggi, 30 giugno 2023, porta al centro dell’attenzione le famiglie Abbruzzese, presente in numero cospicuo, e Forastefano, con soli due indagati.
Il gip di Catanzaro Sara Mazzotta, nel descrivere le condotte del presunto gruppo criminale, evidenzia come una parte dei soggetti coinvolti abbia avuto interessi preponderanti nel traffico di droga, nel rinvenire più armi possibili e intimorire il ramo imprenditoriale della Sibaritide, con azioni d forza, a volte anche attraverso il metodo dell’estorsione ambientale, su cui il pm Alessandro Riello si è concentrato sia in questa richiesta di misura cautelare che in un’altra. Per sostenere l’assunto accusatorio, in buona parte accolto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, gli indagati sono stati suddivisi per ruoli. Si comincia da Nicola Abbruzzese, alias “Semiasse”, fratello di “Dentuzzo” (clicca su avanti per leggere la posizione di Nicola Abbruzzese)
Scrive il gip Mazzotta, in merito alla posizione di Nicola Abbruzzese alias “Semiasse”: «Emerge la sua figura di promotore, organizzatore e finanziatore del sodalizio. Il “semiasse“, titolato a individuare i canali di approvvigionamento, avviare le trattative e reperire i fondi per l’acquisto di ingenti quantitativi di stupefacenti di vario genere, ha il potere di scelta sui soggetti ai quali offrire le sostanze illecite da immettere, di volta in volta, sul mercato. L’analisi dei diversi reati-fine fa trasparire come l’Abbruzzese, in taluni casi, provvedesse in prima persona a consegnare la droga e a riscuoterne i proventi; in altri casi, invece, affidava tali incombenti a uomini di fiducia dell’organizzazione» ((clicca su avanti per leggere la posizione di Pasquale Forastefano)
Per quanto riguarda la posizione di Pasquale Forastefano, allo stesso viene contestato il ruolo di promotore, organizzatore e finanziatore del presunto narcotraffico, già contenuto nell’inchiesta “Gentlemen 2“. L’attività d’indagine e i trascorsi di Forastefano «ne tracciano – sottolinea il gip – il ruolo in merito al sodalizio in esame». Per la Dda di Catanzaro, Pasquale Forastefano «coopera con il gruppo guidato da Nicola Abbruzzese per la gestione del mercato del narcotraffico nella Sibaritide». E ancora: «Insieme a Nicola Abbruzzese, Forastefano realizza, all’occorrenza, reciproci scambi di stupefacenti» e «si occupa di tenere vivi e attivi i contatti di approvvigionamento dello stupefacente» (clicca su avanti per leggere la posizione di Francesco Abbruzzese)
Al 27enne Francesco Abbruzzese viene contestato di essere uno dei presunti promotori e organizzatori della «piazza di spaccio su Spezzano Albanese per l’eroina» e riscuoterebbe inoltre «i proventi delle vendite a Cassano Ionio e Cosenza città; egli coadiuva Rocco Abbruzzese nell’accompagnare Nicola Abbruzzese a svolgere le cosiddette “imbasciate” finalizzate a raccogliere il denaro provento della vendita dello stupefacente» (clicca su avanti per leggere la posizione di Rocco Abbruzzese)
Secondo il gip, Rocco Abbruzzese «aveva il compito di tenere i contatti con alcuni membri dell’associazione e fungere da tramite tra questi e il capo Nicola Abbruzese, accompagnandolo personalmente nella consegna di alcune partite di droga e riscuotendo, altresì, gli introiti derivanti dall’attività di spaccio su Cosenza. I risultati investigativi ottenuti fanno fatto emergere – scrive ancora il gip – il pieno coinvolgimento di Rocco Abbruzzese in tutti gli affari illeciti della cosca. Egli gode della massima fiducia dell’attuale reggente “semiasse“, che lo considera un insostituibile “braccio destro”». La Dda di Catanzaro ritiene anche che la moglie di Rocco, Rosaria Abbruzzese, lo abbia coadiuvato nelle attività illecite, riscuotendo i proventi della vendita di droga, «oltre che in tutte le altre azoioni illecite dallo stesso poste in essere, nonché di facilitare, utilizzando utenze telefoniche ritenute “sicure“, le comunicazioni fra i membri apicali dell’associazione» (clicca su avanti per leggere la posizione di Leonardo Abbruzzese)
Leonardo Abbruzzese, per la Dda di Catanzaro aveva «il ruolo di messaggero di comunicazioni tra i membri del sodalizio e il reggente della cosca: “Semiasse” gli chiedeva di veicolare informazioni agli altri compartecipi, spesso chiedendogli di convocare soggetti che bisognava incontrare, anche per sbrigare questioni legate agli stupefacenti» (clicca su avanti per leggere la posizione di Maurizio Falbo)
Oltre alle presunte estorsioni, la figura di Maurizio Falbo emerge anche nel capitolo narcotraffico. «Egli si occupava di trasportare e custodire stupefacenti per conto dell’organizzazione». «In data 23 marzo 2019 l’indagato riceveva precise disposizioni da Rocco Abbruzzese, il quale parlava per conto di Nicola Abbruzzese, per poi metterle in pratica» (clicca su avanti per leggere le posizione di Gianluca Maestri e Gennaro Presta)
Ed ecco le posizioni dei cosentini. Si inizia da Gennaro Presta e Gianluca Maestri, «in quanto acquirenti – tramite rapporti stabili e diretti con il capo Nicola Abbruzzese – in via prioritaria di cocaina, ma anche di sostanze di diverso tipo, da rivendere nella città di Cosenza e nel suo hinterland». Maestri e Presta avevano un rapporto diretto con “semiasse” e secondo la Dda erano «pienamente a conoscenza della rete di spaccio esistente nel comune di Cosenza» (clicca su avanti per leggere le posizioni degli altri cosentini)
Dalla coppia Maestri-Presta al trio Luigi Abbruzzese (’85)-Marco Abbruzzese-Antonio Abruzzese. I tre avrebbero acquistato dai cugini cassanesi «ingenti acquisti di sostanza stupefacente». In questo caso le loro posizioni sono aggravate dalle dichiarazioni rese da Celestino Abbruzzese alias “Micetto”, il quale il 12 aprile 2019, dichiarò che dai fratelli Luigi, Marco e Nicola e dal cognato Antonio Abruzzese «compravo lo stupefacente, eroina e cocaina».
Gli altri cosentini a cui si fa riferimento sono Roberto Olibano Junior, Giovanni Pagliaro, Mariarosaria Maesri e Sandro Maestro, i quali «risultano partecipi, in quanto collaboratori di Gianluca Maestri nell’attività di spaccio su Cosenza». Infine vengono menzionati anche Giuseppe Mitidieri («stabile acquirente di cocaina»), Alessandro Cerchiara, Rocco Milito, Danilo Ferraro («collaboratore di Alessandro Cerchiara»), Domenico e Antonio Pisciotti («incaricati di vendere eroina nel comprensorio di Cassano Ionio»), Giuseppe Rinaldi, Carlo Malomo, Osvaldo Gallo e Davide Di Gioia.
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