
Falsi precari all'Asp di Cosenza, la sentenza: oltre 140 prescrizioni | NOMI
Falsi precari all'Asp di Cosenza, la sentenza: oltre 140 prescrizioni | NOMI
Falsi precari all'Asp di Cosenza, la sentenza: oltre 140 prescrizioni | NOMI
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Falsi precari all'Asp di Cosenza, la sentenza: oltre 140 prescrizioni | NOMI
Si è concluso oggi il processo per oltre 140 imputati coinvolti nell’inchiesta sui presunti falsi precari dell’Asp di Cosenza. I due capi per i quali è intervenuta la prescrizione riguardano il reato di abuso d’ufficio contestato a tutte le persone sottoposte a giudizio.
Per la procura di Cosenza, l’Asp di Cosenza nel periodo delle Regionali del 2014 aveva proposto l’assunzione di centinaia di presunti falsi precari causando un ingiusto profitto ai lavoratori, utilizzati nelle varie sedi sanitarie presenti nel territorio cosentino. Un danno economico per l’Ente regionale, visto che le delibere erano state firmate dai vertici dell’Asp dopo vari incontri con la Regione Calabria.
Nel caso in esame, i dirigenti indagati in concorso morale e materiale tra loro, «nelle qualità e nello svolgimento delle rispettive pubbliche funzioni, appresso precisate, ovvero quali concorrenti esterni» avrebbero «intenzionalmente procurato ai 133 soggetti» ovvero i presunti falsi precari dell’Asp di Cosenza, «l’ingiusto vantaggio patrimoniale, costituito dal diritto ai “benefici di cui all’art. 2 della l. r. n. 15/2008” e il corrispondente danno ingiusto, di rilevante gravità, dell’Amministrazione, Regione Calabria, che si obbligava alla corresponsione dei predetti benefici in favore di soggetti sforniti dei requisiti contemplati dalla norma».
La richiesta di sentenza di proscioglimento per intervenuta prescrizione era stata avanzata dal collegio difensivo prima dell’inizio dell’estate 2023. Oggi il giudice Francesco Luigi Branda (giudice a latere Urania Granata e Maria Teresa Castiglione) ha stralciato oltre 140 posizioni, proseguendo l’istruttoria dibattimentale sui rimanenti capi d’accusa, relativi a un altro presunto abuso d’ufficio, prossimo alla prescrizione, e un presunto falso. (clicca su avanti per leggere i nomi degli imputati)
A distanza di 9 anni dalla contestazione dei reati, gli imputati che hanno ottenuto una sentenza per intervenuta prescrizione sono:
Nel vasto collegio difensivo figurano gli avvocati Francesco Santelli, Guido Siciliano, Giovanni Spataro, Riccardo Rosa, Enzo Belvedere, Raffaele Rigoli, Cesare Badolato, Ettore Zagarese, Ugo Ledonne, Giustino Mauro, Raffaele Brunetti, Francesco Iacopino, Paolo Fiorentino, Leopoldo Marchese, Gianluca Garritano, Giovanni Zagarese, Marco Bianco, Francesco Perre, Domenico Laghi, Enzo Franco Filardi, Fabrizio Falvo, Enrico Vaccari, Mario Sollazzo, Vito Caldiero, Roberto Laghi, Pasquale Laghi, Maria Antonucci, Massimo Greco, Gabriella De Biase, Fabrizio Totera, Daniela Tribuzio ed Eugenio Gioiella.
Al termine della lettura del dispositivo, la procura di Cosenza (pm Giuseppe Visconti) ha esaminato due testimoni, uno dei quali l’attuale capo della Protezione civile calabrese Fortunato Varone, all’epoca dei fatti dirigente del Dipartimento Lavoro della Regione Calabria. Nel caso di specie, il teste ha dichiarato che non c’erano le coperture finanziarie per assumere questi precari e l’unico modo per superare questo ostacolo era quello di mettere mano al portafogli della Regione, inserendo la spesa con “debito fuori bilancio“. Il che comportava eventualmente responsabilità civili e penali.
Nel controesame l’avvocato Guido Siciliano ha evidenziato come durante l’interrogatorio reso alla Guardia di Finanza, il testimone aveva riferito di non sapere che c’era l’atto di revoca deliberato da chi lo aveva preceduto, ovvero De Marco, risalente dell’anno prima. Un modo, secondo la difesa, per non far emergere le eventuali condotte personali.