"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
"Reset", «gli Abbruzzese di Cosenza leader del narcotraffico. Luigi è il "reggente"»
La seconda e ultima udienza settimanale di “Reset” ha posto l’accento sulle attività investigative della Squadra Mobile di Cosenza sulla famiglia Abbruzzese “Banana” di Cosenza, la cui base operativa si trova nel quartiere popolare di via Popilia. Ad esporre le indagini svolte contro i fratelli Marco e Luigi Abbruzzese è stato l’agente della polizia di Stato Marco Bilotta che all’epoca apparteneva alla sezione della Squadra Mobile di Cosenza che era stata delegata a scoprire i traffici illeciti sul narcotraffico in città. Un’attività che si è svolta grazie alle dichiarazioni dei pentiti e alla intercettazioni eseguite in varie modalità.
L’ufficiale di polizia giudiziaria ha spiegato che l’inchiesta ha portato a ritenere che Luigi Abbruzzese, alias “Pikachu“, avesse preso le redine del gruppo, assumendo la carica di “reggente” della cosca degli “zingari” di Cosenza, già falcidiata dall’operazione “Nuova Famiglia“. Luigi Abbruzzese, secondo quanto riferito dal testimone qualificato, decideva dove comprare la sostanza stupefacente avendo contatti in vari territori, anche sulla costa ionica reggina. Al fianco di Luigi Abbruzzese ci sarebbero stati altri soggetti, quali il fratello Marco, Andrea Greco, Antonio Abruzzese, Rosaria Abbruzzese, Claudio Alushi, Fiore Bevilacqua (alias Mano Mozza) e Nicola Bevilacqua (figlio di Mano Mozza), l’unico che ha scelto il rito ordinario.
Su Nicola Bevilacqua di recente si è espresso il Riesame di Catanzaro dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione. I giudici hanno escluso infatti la gravità indiziaria rispetto ai fatti contestati. Oggi, quindi, è la posizione su cui la Dda di Catanzaro ha maggiore interesse a sviluppare per tentare di far emergere condotte che, finora, dal punto di vista cautelare non hanno retto. Il teste ha dichiarato che nel traffico di droga l’imputato Nicola Bevilacqua aveva un ruolo importante, dovendo spacciare lo stupefacente nel territorio di Bisignano, dove egli risiede.
Le argomentazioni di natura investigativa si sono poi concentrate su Luigi Abbruzzese che, benché abbia scelto il rito abbreviato, rimane la figura centrale del processo “Reset“. Un po’ come Francesco Patitucci. E su “Pikachu“, il testimone ha aggiunto che non si fidava di acquistare “partite” di droga considerevoli da gente che non conosceva, come nel caso di esponenti della zona di San Luca e dintorni, che si sarebbero proposti di vendere quantitativi ingenti di stupefacente.
In apertura l’ufficiale di polizia giudiziaria aveva illustrato i propositi di Fiore Bevilacqua di creare un altro gruppo con Luigi Abbruzzese, propositi che erano venuti fuori nella fase preliminare dell’inchiesta, su cui il nostro network si era già soffermato.
Nel corso della deposizione, è stato introdotto un argomento che diventerà sarà sostanza investigativa in futuro. Il tema è quello dell’acquisto di droga di una parte degli “zingari” di Cosenza da un esponente di primo piano degli italiani. Si è parlato, nel caso di specie, di Salvatore Ariello e in precedenza il teste ha fatto un passaggio anche su Mario “Renato” Piromallo e Antonio Illuminato. In questo contesto è spuntato fuori – ma già conosciuto agli onori della cronaca – l’arresto di Nicola Bevilacqua, il quale nel 2019, prima di “Testa di Serpente”, era stato inseguito dalle forze dell’ordine.
Il focus dibattimentale si è spostato poi su Rosaria Abbruzzese, la presunta “contabile” del gruppo “Banana“, ha detto il poliziotto cosentino. Si tratta della sorella dei fratelli Luigi, Marco, Nicola e Franco, di cui si dà risalto nell’informativa della Questura di Cosenza. Si è discusso anche di Giovanni Aloise che avrebbe partecipato alla presunta attività di narcotraffico con gli Abbruzzese “Banana”. «È stato attenzionato anche in Job Center, era noto alla nostra sezione» ha detto Bilotta. Altro nome comparso in udienza è quello di Francesco Mazzei, coinvolto in altre operazione, come ha spiegato il testimone.
Alla ripresa dell’udienza, il testimone, su indicazione del pubblico ministero Vito Valerio, ha evidenziato le presunte condotte di Andrea Carpino, il quale avrebbe contratto un debito con Marco Abbruzzese, e Antonio Colasuonno, Fabrizio Fuoco, Francesca Tiralongo, Massimiliano Lo Polito, tutti imputati per narcotraffico, per i quali esistono delle intercettazioni richiamate da Bilotta nel corso dell’escussione dibattimentale.
Un altro dato investigativo è stato quello che riguardava la posizione di Paolo Recchia, definito il “Pablo Escobar” della Presila, il quale avrebbe parlato via telefono più volte con Andrea Greco, richiedendogli sostanza stupefacente. Altri nomi portati a conoscenza della Corte sono quelli di Alessandro Stella, Giuseppe Belmonte, Mario Trinni (su cui c’è stato uno scontro con la difesa su un’intercettazione nella quale secondo il teste si parla di una cessione di droga a terzi), Domenico Salerno, Pasquale De Rose detto “Vecchiariaddru” e Angelo Frontino, individuati dalla Dda di Catanzaro quali presunti “pusher” degli Abbruzzese “Banana“. E ancora: Antonio Lucà, Pasquale Bruni (classe ’79), Rosina Arno (moglie di Salvatore Ariello), Pietro De Mari (detto “Coccobil“) e Cristian Francesco Ruffolo, inquadrato in una vicenda che tratta una rissa e l’esplosione di colpi d’arma da fuoco nei confronti di un’attività ristorativa di Cosenza. Il controesame si terrà nella prossima udienza.
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