Oliverio davanti al Riesame, la difesa tuona contro la Dda
Poche ore fa è terminata l’udienza presso il Tribunale della Libertà di Catanzaro. Nel corso della seduta si è discusso il Riesame dell’ordinanza del gip, in relazione all’adozione della misura cautelare dell’obbligo di dimora alcuni giorni or sono adottata nei confronti del Governatore delle Regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio. Nei giorni scorsi, l’avvocato Enzo Belvedere
Poche ore fa è terminata l’udienza presso il Tribunale della Libertà di Catanzaro.
Nel corso della seduta si è discusso il Riesame dell’ordinanza del gip, in relazione all’adozione della misura cautelare dell’obbligo di dimora alcuni giorni or sono adottata nei confronti del Governatore delle Regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio.
Nei giorni scorsi, l’avvocato Enzo Belvedere aveva depositato una memoria a sostegno delle ragioni del Riesame. «Non poco stupore ha suscitato in me e negli astanti il fatto che per resistere alle ragioni di un semplice abuso di ufficio abbiano addirittura partecipato ben tre procuratori della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, sostenendo ognuno a lungo le proprie ragioni, sovente uguali a quelle rese da chi era stato il primo ad intervenire. Ho chiesto che al verbale di udienza fosse allegata la mia dichiarazione di sbigottimento per l’accaduto, posto che tale è “cortesia” riservata esclusivamente al presidente di una Regione e che mai ad alcuno è capitato di assistere ad analogo “spiegamento di forze” per una ipotesi di abuso di ufficio semplice. Ce ne faremo una ragione». I pm presenti in aula erano il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto e i sostituti Alessandro Prontezza e Camillo Falvo.
La difesa ha fiducia nella decisione del Riesame
La nota del difensore di Mario Oliverio poi si concentra nel merito delle accuse mosse al Governatore: «Siamo fiduciosi che il Riesame intenda quali sono state le ragioni che hanno mosso l’agire politico (nel senso aristotelico) del Presidente, che sono di esclusivo fine pubblico e non per avvantaggiar taluno o penalizzar tal altro. L’opera in parola è stata realizzata, non è una “landa desolata”, come la pessima definizione data all’operazione vorrebbe far intendere, tutto un territorio si avvantaggia del rifacimento di un obsoleto impianto di risalita e delle opere ad esso complementari».
«Melius re perpensa, la Procura, sulla base dei medesimi fatti, quelli dell’assurda ipotesi di aver richiesto il rallentamento dei lavori di Piazza Bilotti in Cosenza, ha notificato al Governatore un’informazione di garanzia per il reato di corruzione di cui all’art. 319 c.p., in quanto avrebbe agito “per un mero tornaconto politico”. Quando mai destituita di fondamento questa ipotesi. Nessuna novità e nessun aggravamento di posizione, quindi. Anzi, correzioni improbabili (in corso d’opera) di tiro accusatorio, che denotano labilità indiziarie evidenti» conclude l’avvocato Enzo Belvedere.