Dietro a Diaw, l’attaccante che sta facendo sognare il Cittadella, c’è un retroscena che riguarda il Cosenza e Braglia.

«Il Cittadella è la migliore per organizzazione della Serie B, ancor prima che di Venturato. Hanno preso due calciatori nella lista di Trinchera: Diaw e Moncini. Loro si sono rinforzati, sarà un match importante». Sono parole pronunciate da Piero Braglia subito dopo la chiusura del calciomercato invernale, l’1 febbraio scorso. Era la conferenza stampa che introduceva la gara del Cosenza contro i veneti, poi vinta in scioltezza da Tutino e compagni.

Il Cosenza voleva Diaw

Non è un mistero che Braglia avesse indicato Diaw a Trinchera già nel mese di dicembre quando si iniziò a fare il punto sui rinforzi che sarebbero serviti ai Lupi. Del resto era il prototipo di quei calciatori che lo fanno impazzire, bravi a giocare su tutto il fronte dell’attacco, ma fisico e duro da tenere a bada. Non ha molti gol nelle sue corde, tanto che nella prima parte di stagione militava in Serie C con la Virtus Entella e solo in tre occasioni aveva bucato il portiere avversario. Venturato e il Cittadella, però, devono aver avuto la sua stessa intuizione e usato argomentazioni più convincenti in sede di contrattazione. Il Cosenza a quel punto virò, senza sbagliare, su Embalo e Litteri lasciando stare il colored di Cividale nato da padre senegalese e madre italiana ma “italiano al 100% con un pizzico di senso d’appartenenza verso la cultura africana”.

Esploso sul finale di campionato

Diaw sarebbe stata una scommessa da vincere la cui garanzia era però Piero Braglia. A Cittadella ha trovato la giusta continuità nel finale di stagione con l’avvicinarsi delle partite che contano ed ha iniziato a segnate a grappoli, un po’ come fece Okereke l’anno scorso a Cosenza.  Gol contro Verona e Palermo nei due turni conclusivi di Serie B, centro a Benevento nello storico 0-3 e doppietta di nuovo contro gli scaligeri nella finale playoff di andata che vale la Serie A. Insomma, niente male… (Antonio Clausi)