Esclusiva, la relazione su “Villa Torano”: ecco cosa successe ad aprile
Cosenza Channel pubblica in esclusiva la relazione dell'Asp di Cosenza che descrive l'inizio e la fine del focolaio di "Villa Torano".
Un racconto dettagliato al minuto, che abbraccia il mese di passione di “Villa Torano” dal 13 aprile al 10 maggio. È tutto nel rapporto stilato dal Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Cosenza e consegnato alla Procura che ha avviato un’indagine.
La visita dei Nas del 15 marzo nell’Rsa: tutto in ordine
Le domande che restano aperte sono: quando e come è entrato il virus nella struttura? Di sicuro prima della notte di Pasqua, quando viene lanciato il primo, ma riservatissimo, allarme dalla direzione sanitaria di “Villa Torano”. La prova è la testimonianza di Daniela, nipote della signora Pileria, ricoverata l’11 marzo a “Villa Torano”. Lì doveva rimanere solo qualche settimana per la riabilitazione per uscire poi il 9 aprile, ma al momento della dimissione i familiari sono tornati a casa senza di lei.
«Quando siamo andati a prenderla – ci raccontò Daniela il 17 aprile – dissero che non potevamo portarla con noi perché aveva la febbre». La signora Pileria risultò poi fra i pazienti della Rsa positivi al Covid-19. Andare a ritroso non è semplice, ma sembra che i Nas, chiamati a effettuare controlli nelle cliniche private del territorio, il 15 marzo avessero ispezionato proprio “Villa Torano” senza registrare alcuna criticità.
Il rapporto dell’Asp
È la sera di Pasquetta. Alle 19:54 del 13 aprile, il Dipartimento di Prevenzione riceve un messaggio dal laboratorio di Microbiologia dell’ospedale dell’Annunziata. C’è un sospetto caso Covid, dicono dall’Azienda ospedaliera all’Asp di Cosenza, e arriva da una clinica privata: “Villa Torano”. Cinque minuti dopo viene attivato il protocollo di pre-allerta. La paura è che si tratti dell’inizio di un nuovo focolaio.
Dodici ore più tardi, sono le nove del mattino del 14, il Dipartimento di Prevenzione Igiene e Salute Pubblica di Cosenza riceve una telefonata da Antonio Belcastro, direttore del Dipartimento tutela della Salute della Regione Calabria. Belcastro conferma all’Asp di Cosenza che nella Rsa di Torano Castello risultano già diversi casi positivi.
Un fulmine a ciel sereno
Ma dalle parti dell’Asp non ne sanno nulla di tamponi richiesti ed effettuati, quindi la comunicazione arriva come un fulmine a ciel sereno. Solo dodici ore prima si parlava di un caso, quello della signora Maria, adesso invece la questione prende tutta un’altra piega. L’emergenza è già in corso. Il dottore Marino chiama Luigi Pansini, direttore sanitario di “Villa Torano”. Pansini ammette di aver fatto eseguire i tamponi oro-faringei la notte del 12 aprile su tutti gli ospiti e su parte degli operatori sanitari. Il risultato delle analisi era stato devastante: 42 operatori positivi al test.
Ma dov’erano stati elaborati i campioni? Pansini risponde che tutto era stato inviato al laboratorio di Virologia dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. A questo punto l’Asp richiede gli elenchi di tutti i dipendenti e i pazienti della struttura, anche di quelli che ancora non si erano ancora sottoposti al tampone.
Positivi pazienti e operatori
È il 15 aprile, sono passati tre giorni dalla notte del primo allarme, quello che la clinica ha gestito senza coinvolgere l’Asp. Alle 8 del mattino il quadro completo è critico. Ci sono molti soggetti positivi al Covid-19, tra pazienti e operatori.
È nota la scelta del commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli di far ripetere i tamponi. Un operatore, della clinica avrebbe eseguito gli screening usando lo stesso paio di guanti, quindi il commissario decide che è tutto da rifare. Nel piazzale antistante “Villa Torano” vengono eseguiti 100 tamponi: 53 sugli operatori presenti in struttura e su quelli liberi da servizio e convocati di tutta fretta, e 47 su parte dei contatti stretti. A mezzogiorno tocca ai pazienti dell’Rsa. Il giorno successivo, alle 10 del mattino, viene completato lo screening sui dipendenti (altri 8 operatori) e sui pazienti (38). Il 17 aprile su 56 pazienti in 36 risultano positivi, 20 negativi.
L’Rsa chiude? No
A questo punto, tutti si aspettavano che la clinica venisse chiusa. Invece no. Pare che non si sia in grado di smistare gli ospiti e i dipendenti in un altro luogo sicuro. Alcuni sindaci si oppongono, non vogliono che nel loro Comune vengano sistemati i pazienti Covid positivi. Anche l’hotel, di proprietà dell’ordine dei Minimi di Paola, che sembrava fosse a un passo dal diventare un luogo di ospitalità per i contagiati di Villa Torano, resta vuoto.
La struttura divisa in tre zone
Il 17 aprile, “Villa Torano” viene ispezionata e il parere dell’Asp è da disco verde: tutti possono restare. Per evitare contaminazioni, l’Rsa viene suddivisa in tre zone: Covid positivi, Covid negativi e una zona grigia per collocare pazienti che, nonostante il risultato negativo, sono stati a contatto con soggetti risultati poi contagiati. Il giorno dopo, siamo al 18 aprile, nella struttura muore un’anziana ospite che era risultata positiva al tampone.
Non sarà l’unica. Alcuni pazienti ce la faranno, altri, piegati da pregresse patologie, no. Il 23 aprile, muoiono all’ospedale di Cosenza, altre due anziane e il 10 maggio un’altra ancora.
L’incubo è finito
Oggi, molti dei pazienti e dei dipendenti di “Villa Torano” sono guariti. Un solo paziente è ancora positivo così come una decina di dipendenti. Il destino della clinica è ora nelle mani dell’Ota, l’Organismo tecnicamente accreditante, quindi della Regione, che dovrà decidere se chiudere o meno i rubinetti a “Villa Torano”. L’inchiesta, invece, è ancora tutta da scrivere.