Italia Viva: «L’area urbana di Cosenza prenda il ruolo di guida della Calabria»
Il coordinatore Antonio De Masi traccia le linee guida sulla fusione e sul nuovo ospedale in una partecipata riunione
«L’area urbana di Cosenza, Rende e Castrolibero deve pensare al futuro, riprendendosi il ruolo guida della Calabria. Occorre classe dirigente e leader che sappiano rinnovarsi negli interessi di tutto l’hinterland cosentino operando scelte con unica strategia politico-amministrativa lungimirante e forte.
Divisi si perde il trend della modernità». Lo afferma Antonio De Masi, fresco coordinatore Italia Viva proprio dell’area urbana Cosenza, Rende e Castrolibero.
La riunione del coordinamento ha trattato tutti i principali argomenti e le problematiche cittadine. Ampia partecipazione e molto animata la discussione nel corso dell’incontro, al quale hanno preso parte anche i coordinatori regionali Ernesto Magorno e Nunzia Paese, mettendo a punto la linea politica per i prossimi impegni e le scadenze fino alle elezioni europee del 2024. Città unica e sviluppo area urbana, mobilità ed infrastrutture, università ed ospedale i punti del dibattito.
«Non c’è stata presa di posizione o documento politico, nel tempo, che non abbia rilanciato l’indispensabilità di costituire l’area urbana in termini sempre più organici ed organizzati, in coerenza con la continuità urbana di fatto già integrata – si legge in una nota -. I cittadini ed i tanti giovani hanno avvertito e sentono l’appartenenza ad un’unica e continua entità civica, socialità condivisa, nello svolgimento delle professioni, nelle abitudini e nella vita quotidiana alla città di Cosenza-Rende-Castrolibero».
«Con le forti leadership politico-amministrative di Mancini e Principe, dopo le tante dichiarazioni di intenti, si erano avviati protocolli di intesa per integrare gli uffici comunali ed elaborare importanti strumenti intercomunali di pianificazioni PSU, Programma di sviluppo urbano, e Pisi, progetti integrati di sviluppo urbano. Negli ultimi anni – continua il comunicato – il campanilismo ha preso il sopravvento, ma praticamente circoscritto ai consiglieri e sindaci delle città, nettamente in controtendenza con quanto conseguito nel tempo e con il comune sentire delle persone, per semplici ed egoistiche finalità legati al mantenimento dei propri ruoli amministrativi. Ed il declino si è manifestato in tante situazioni e dinamiche territoriali, tutti ne hanno avvertito la tendenza negativa».
Italia Viva ritiene che il territorio che si individua nell’area urbana, invece, abbia bisogno «di un’unica e convergente visione politica lungimirante propositiva e forte, con propensioni allo sviluppo ed alle scelte che sappiano tracciare le migliori strategie e prospettive politiche per assicurare espansione economica e sviluppo». «Per evitare la decadenza demografica e consentire ai tanti giovani di restare in città e realizzare le relative ambizioni dove sono nati».
«I cittadini – sostengono i renziani – avvertono oramai l’appartenenza all’area urbana e ritengono che si debba procedere insieme per il bene comune. Gestire le risorse i servizi i presidi territoriali in una visione coerente e armonizzata. Non più in contrapposizioni che non trovano corrispondenza nella realtà. Di qua e di la del Campagnano. La demografia è nettamente negativa per il futuro, con regressione del numero di abitanti che può arrivare ad oltre il -40%».
«Con la città Unica si può riprende il ruolo di primo piano con un aggregato urbano di ben oltre 110 mila abitanti. Si potrebbero avere vantaggi enormi dai trasferimenti statali previsti per le fusioni. Ed ulteriori benefici anche gestendo e razionalizzando i servivi e le risorse economiche. Le fusioni – spiegano da Italia Viva – sono la prospettiva di tanti comuni calabresi ed italiani».
Le ricette per De Masi e soci sono «riprendere una visione complessiva del tessuto cittadino organizzando la mobilità tra città e Università e con le città calabresi e le principali città nazionali. Nuove infrastrutture e di relazione urbana».
«Non possiamo permettere – concludono – che dopo il fallimento della metro svanisca anche l’Ospedale. Perdendo importanti finanziamenti fondamentali per sostenere lo sviluppo economico: rispettivamente oltre 150 milioni di euro e circa 400 milioni di euro. L’Università ha ripreso un ruolo di riferimento, e si identifica fondamentale nelle dinamiche calabresi. Non bisogna richiudersi e fare dietrologia, pensare in grande, anche ad ampliare ad altri comuni vicini. Questa Città deve staccarsi dalle posizioni di coda di tutti gli indicatori e diventare protagonista del futuro».