I racconti di Nicola Acri: «Affiliato agli Abbruzzese dopo un tentato omicidio»
Il pentito alla Dda di Catanzaro: «Il rito si è tenuto secondo le modalità tipiche, ossia si è bruciato il santino ed è stato punto l'indice della mano destra»
Non ci sono soltanto omicidi nei racconti di ‘ndrangheta di Nicola Acri, attuale pentito e in passato boss di Rossano, ma anche la sua storia criminale e il momento in cui inizia a far parte del clan degli “zingari” di Cassano Ionio, diretto dalla famiglia Abbruzzese. Il collaboratore di giustizia riassume il quadro della situazione di quando lui era un killer spietato e dirigeva le attività illecite nella sua zona, alleandosi con altri gruppi mafiosi operanti in provincia di Cosenza.
«Dopo il tentato omicidio di Antonello Esposito – dichiara Nicola Acri – sono stato formalmente affiliato alla cosca Abbruzzese». Il tutto sarebbe avvenuto «pochi giorni dopo e prima della sequenza di omicidi che si è verificata in quel periodo». Il collaboratore alla Dda di Catanzaro spiega che «sono stato affiliato a Spezzano (Spezzano Albanese, ndr), presso la casa di un parente degli Abbruzzese del quale non ricordo il nome. Eravamo presenti io, Mario Bevilacqua, Franco Abbruzzese, Nicola detto capitano che fa di cognome Bevilacqua» e, aggiunge il pentito, «c’era anche Fiore Abbruzzese, fratello di Franco» afferma Acri. «Mi pare che il rito è stato presieduto da Nicola Bevilacqua» e si è tenuto «secondo le modalità tipiche, ossia si è bruciato il santino ed è stato punto l’indice della mano destra».
«Nell’occasione io, Mario Bevilacqua e Fioravante Abbruzzese abbiamo ricevuto la prima dote. Dopo aver fatto il rito per la prima dote, io e Mario Bevilacqua siamo usciti mentre è rimasto Fioravante Abbruzzese e sono entrate anche altre persone che al momento non ricordo ai quali è stata conferita anche la seconda dote». Nicola Acri conclude così: «La copiata era formata da Franco Abbruzzese, Santo Carelli di Corigliano e Saverio Magliari di Altomonte», gli ultimi due deceduti negli anni passati.
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