Tutti gli articoli di Societa
Negli ultimi due anni un intervento di chirurgia estetica per il ritocco soprattutto di alcune parti del viso, risulta tra i regali di compleanno più gettonati, richiesti ai propri genitori dalle adolescenti dell’età media di 16 anni, per soddisfare il desiderio della perfezione trasmesso dagli influencer che imperversano sui social. È una delle tematiche trattate da Roberta Bruzzone al teatro Rendano di Cosenza, davanti a circa 400 alunni delle scuole secondarie di primo grado della città e del comprensorio.
La nota psicologa e criminologa, tra le più apprezzate del panorama nazionale, è stata protagonista dell’iniziativa “Navighiamo sicuri nella rete e nella vita”, promossa dall’Associazione Jole Santelli in collaborazione con La Caramella Buona, onlus da vent’anni impegnata nella lotta alla pedofilia e nella tutela dei minori. Ai ragazzi Roberta Bruzzone si è rivolta senza fronzoli, esplorando il lato oscuro del digitale, senza tabù anche nell’affrontare la delicata sfera della sessualità e dei rischi di postare immagini esplicite.
Sei ore al giorno il tempo medio trascorso dai minori davanti allo smartphone tra social, messaggi, condivisione di foto e contenuti, like. Attività sistematiche che producono sensazioni di piacere, scariche di dopamina che trascinano verso una inconsapevole dipendenza. L’isolamento che ne deriva può essere devastante: i comportamenti insani dei teenager di oggi saranno determinanti per definire la qualità delle relazioni degli adulti di domani. Isolamento anche dalle famiglie: «Molti genitori hanno abdicato al loro ruolo ed affidano ai social media ed alle nuove tecnologie dei compiti educativi che chiaramente questi strumenti non sono idonei a svolgere – ha detto Roberta Bruzzone – Per cui gli adolescenti si trovano ad affrontare minacce concrete senza che nessun adulto gli abbia insegnato a difendersi efficacemente da questo tipo di scenari. Viviamo in un’epoca di sostanziale abbandono e di presenza di barriere digitali tra genitori e figli spesso invalicabili».
C’è anche un problema di regole: « Sotto il profilo delle normative vigenti non vi sono adeguate tutele – ha denunciato la criminologa – Contrastare questo tipo di fenomeni è complesso. C’è ancora una sostanziale distanza tra le competenze e gli strumenti a disposizione delle forze di polizia e le organizzazioni che si dedicano invece in maniera sistematica alla tecnologia in chiave criminale. E spesso la minaccia arriva da paesi esteri in cui le normative non sono omogenee rispetto a quelle italiane. Per questo bisogna operare nell’alveo della prevenzione e quindi della formazione». Il presidente della onlus La Caramella Buona, Roberto Mirabile, ha richiamato alle loro responsabilità i colossi del web, «che operano in una condizione di sostanziale assenza delle regole – ha affermato – Possiamo testimoniare e dimostrare che le multinazionali hanno responsabilità importanti nel rendere la rete un mondo privo di criteri e pericoloso per i ragazzi. Siamo in campo con attività di formazione per consentire ai giovani utenti del web di adottare le dovute contromisure. I social ed il web in genere non sono da censurare. Ma vanno utilizzati con la testa. Ai ragazzi diciamo sempre: prima di accendere il cellulare dovete collegare il cervello».
Quello dell’Associazione Jole Santelli un consolidato impegno nel proseguire l’azione politica e sociale nel solco dell’attività condotta dall’indimenticata parlamentare e presidente della Regione Calabria: «Ci piace lavorare con i ragazzi perché l’educazione dei nostri giovani e garantire loro un futuro ed una prospettiva migliore era tra le prerogative delle funzioni svolte da Jole – ricorda commossa la sorella Roberta Santelli – Questa tematica è di stringente attualità: gli adolescenti si trovano a navigare in un mondo sconfinato e spesso sconosciuto e non semplice da comprendere. Hanno necessità di essere indirizzati verso l’uso corretto della rete. La presenza di una professionista esperta come Roberta Bruzzone è senza dubbio in questa ottica, un valore aggiunto».
«I nostri figli sono dei nativi digitali – ha aggiunto Paola Santelli – Probabilmente comprendono i rischi della rete ma non hanno conoscenza della metodologia comportamentale da seguire per tutelarsi. Credo sia arrivato il momento per realizzare le basi di un sistema strutturato di educazione al corretto uso della rete e delle nuove tecnologie». Anche l’assessore regionale Gianluca Gallo, ha dato il proprio contributo al dibattito, intervenendo in rappresentanza del presidente Roberto Occhiuto: «La politica deve fare la sua parte – ha sostenuto – Le insidie dei nuovi strumenti di comunicazione sono silenti ma dannose per la comunità. Bisogna insegnare ai nostri ragazzi ad utilizzare la rete con le dovute cautele».
Nel video allegato l’intervista che Roberta Bruzzone ha rilasciato al nostro network