Cosenza, Roberto Porcaro resta in carcere anche per il delitto Ruffolo
Il Tribunale del Riesame conferma la misura cautelare emessa a suo carico in qualità di mandante dell'omicidio consumato nel 2011 in via degli Stadi
Il tribunale del Riesame di Catanzaro ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata alcuni giorni fa a Roberto Porcaro per l’omicidio di Giuseppe Ruffolo. Porcaro, già detenuto nell’ambito del processo “Reset” e dell’inchiesta “Affari di famiglia” resta dietro le sbarre anche per quel delitto, consumato in via degli Stadi il 23 settembre del 2011, di cui è ritenuto mandante.
Per quei fatti è stato già condannato in via definitiva l’esecutore materiale, Massimiliano D’Elia, che seppur mosso da risentimento personale nei confronti della vittima, secondo la Dda di Catanzaro avrebbe agito su mandato della criminalità organizzata per punire Ruffolo, giudicato troppo autonomo nell’esercizio dell’usura. Nel 2019, Porcaro era stato arrestato per lo stesso motivo, ma in quel caso le accuse non avevano retto già in fase cautelare.
Cinque anni dopo, la Dda ci riprova e, rispetto al passato, aggiunge due pentiti in più – Ivan Barone e Francesco Greco – alla già folta schiera di collaboratori di giustizia che, nel tempo, si sono espressi su questo argomento. Per ora, dopo aver superato il vaglio del gip distrettuale, l’inchiesta ha superato quello del Riesame. Porcaro, difeso dall’avvocato Mario Scarpelli, ricorrerà certamente in Cassazione.