Sei mesi ai fratelli Ernesto e Bonaventura Lamacchia, assolti Massimiliano Ercole e Francesco Romano. Si è conclusa così, con una conferma della sentenza di primo grado, il processo d’appello a carico degli ultimi quattro imputati di “Telesis”, capitolo ancora aperto e incompleto dell’inchiesta contro l’ormai estinto clan Bella-Bella di Cosenza battezzata nel lontano 2009.

Un epilogo che ricalca solo a metà le richieste formulate dalla Dda di Catanzaro che per gli ex carabinieri Ercole e Romano aveva invocato la condanna a sette anni di carcere ciascuno. Hanno prevalso, invece, le tesi difensive degli avvocati Maurizio Nucci e Pio Micieli De Biase poi accolte dal Tribunale presieduto dal giudice Loredana De Franco.

Ercole e Romano rispondevano dell’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa perché sospettati di essere stati prestanome della cosca guidata da Michele Bruni nella gestione della discoteca “Sin club” di Zumpano. Ai Lamacchia, invece, si contestava di aver esercitato pressioni sul titolare di una clinica cosentina per convincerlo a dirottare tutti i servizi funebri della struttura sanitaria verso una ditta che si riteneva fosse controllata sempre dal medesimo clan di ‘ndrangheta.

I due fratelli, che per questa vicenda hanno affrontato anche un periodo di carcerazione preventiva, erano accusati in origine di estorsione aggravata dal metodo mafioso e, sulla scorta di questa imputazione, la Dda aveva chiesto la loro condanna a sette anni di carcere. I giudici di Cosenza riqualificarono poi i reati contestati a entrambi, assegnando loro sei mesi di pena per violenza privata sempre con l’aggravante mafiosa.