Erba alta, ruggine e spazzatura: viaggio nel Planetario di Cosenza, una cattedrale nel deserto | VIDEO
La struttura è completamente abbandonata e i residenti testimoniano: «Abbiamo segnalato l'ingresso di esterni diverse volte negli ultimi anni, ma nessuno ha preso provvedimenti»
Il lucchetto è più massiccio. Evidentemente, dopo l’ultima irruzione, qualcuno ha ben pensato di rinforzare la sicurezza. Già. Peccato che si possa tranquillamente entrare, con la luce del sole e con il buio, dal muretto laterale. Troppo basso per impedire di scavalcare. Ed ecco che introdursi nel cortile del Planetario di Cosenza, abbandonato a sé stesso, diventa un gioco da ragazzi. Tuttavia, per testimoniare lo stato di degrado della struttura, non c’è bisogno di entrare. Basta aumentare lo zoom della videocamera per vedere come all’interno del cortile ci siano cartacce, plastica e rifiuti di ogni genere. Nel sogno di Franco Piperno questo non era previsto.
Planetario di Cosenza, l’invasione dello scorso aprile e le testimonianze dei residenti
Non è passato neanche un anno da quando alcuni sbandati fecero irruzione nel Planetario di Cosenza. Era, precisamente, lo scorso aprile. Di quella sera, i residenti che abitano di fianco alla struttura ricordano tutto. Ma, a quanto ci raccontano, non è stata l’ultima volta. «Abbiamo fatto anche segnalazioni a polizia e carabinieri», spiega una signora, «perché diversi ragazzi venivano qui la notte». Scavalcare il muretto era facile, entrare (a quanto sembra) non troppo difficile. «Sono entrati dentro, hanno distrutto tutti i divani, hanno fatto un macello». Nonostante questo, però, aggiunge la donna, «nessuno si è preso la briga di mettere una guardia giurata, qualcuno che controlli, niente». Un altro signore si ferma con la macchina per dirci di controllare anche la strada parallela al Planetario di Cosenza. «Dovevano farci la Cittadella della Scienza, non c’è niente», ci dice. Amareggiato, dispiaciuto. Anche perché del rilancio della periferia neanche l’ombra.
La ruggine divora gli esterni, l’erba il cortile
La prima cosa che si nota, oltre al lucchetto rinforzato, è la ruggine degli esterni. Tanta, sia sul cancello sia sulla struttura. Una dominante marrone che non rende giustizia al sogno di Franco Piperno. Poi l’erba alta, tanta, che impedirebbe comunque l’accesso se non ai più avventurosi. E gli interni? Da quel poco che si vede, almeno un divano c’è ancora nonostante gli atti vandalici. Ma il resto? Non si sa. Il problema è che il viaggio di un planetario che Mara Carfagna aveva definito «secondo solo a quello di Milano» sembra già finito. Sono passati sei anni. Sembra un’era fa.