Il “credito” dei contadini della Sila nella costruzione dei laghi Ampollino e Arvo. A sollevare la questione è il rappresentante della Lega Calabria Pietro Molinaro, che in una nota scrive: «I primi due invasi artificiali costruiti sull’altopiano silano, i laghi Ampollino e Arvo sono due gemelli uniti da un invisibile cordone ombelicale: una galleria lunga 6300 metri che consente di scaricare l’acqua dall’uno all’altro».

«La realizzazione – spiega – avvenne dal 1916 al 1927 per l’Ampollino e dal 1927 al 1931 per l’Arvo. Un grande bacino idroelettrico con oltre 130 milioni di metri cubi d’acqua. Solo agli inizi del 1990 una piccola parte dell’acqua è stata dedicata allo sviluppo dell’agricoltura e dell’idropotabile. Insomma, l’acqua pura della Sila utilizzata non per produrre cibo e poterla bere ma per produzione industriale di energia elettrica. Solo in Calabria può succedere».

«La società costruttrice – prosegue Molinaro – fu la Sme (Società meridionale dell’elettricità di Napoli), che non pagò i terreni al Comune di San Giovanni in Fiore che, per il tramite del commissario prefettizio, istituì la “tassa del grano” a carico dei contadini». 

«Questo riferimento storico-economico, poco presente nella storia calabrese, valorizzato nell’opera letteraria “Il silenzio dei lupi” di Salvatore Belcastro – conclude Molinaro –, rafforza l’esigenza di riequilibrare l’utilizzo dell’acqua dei laghi silani verso l’agricoltura e l’idropotabile e non più ad esclusivo vantaggio economico delle multinazionali dell’energia elettrica. La Calabria regione agricola non può avere memoria corta o cancellare le pagine storiche scritte con il sacrificio dei contadini».