Nel 2020 un cittadino straniero residente ad Acquaformosa N. D. veniva imputato per il reato di truffa aggravata art. 640 bis c.p. perché, avrebbe attestato falsamente nella domanda di Reddito di Cittadinanza di essere residente in Italia da almeno dieci anni e gli ultimi due in modo ininterrotto, requisito previsto dal decreto sul reddito di cittadinanza, procurandosi così un ingiusto profitto con conseguente danno per l’INPS.

Il Sig. N.D. si rivolgeva all’Avv. Gennaro Capparelli, di Acquaformosa che lo difendeva davanti al Tribunale di Castrovillari che, nelle forme del rito abbreviato richiesto dalla difesa dell’imputato, riconosceva il cittadino straniero “colpevole del reato in rubrica ascrittogli e, concesse le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante, lo condannava alla pena di anni uno di reclusione ed euro 400,00 di multa, oltre al pagamento delle spese processuali”.

Avverso la sentenza di condanna del Tribunale di Castrovillari, l’Avv. Gennaro Capparelli, proponeva appello sulla base di due motivi di gravame con cui deduceva l’insussistenza del reato di truffa e l’erronea valutazione delle risultanze istruttorie in relazione alla documentazione prodotta dalla difesa e la violazione delle direttive europee n. 109/2003 e 95/2011. All’udienza del 07/07/2025, la Corte d’Appello di Catanzaro accoglieva l’appello presentato dal difensore e dunque, assolveva il Signor N. D. perché il fatto non sussiste.

La Corte innanzitutto riqualificava la fattispecie contestata ex art. 7 d.l. n. 4 del 2019 convertito dalla legge 26 del 2019 “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza” ritenendo il reato di truffa aggravata in quanto finalizzato alla punizione di frodi finalizzate ad ottenere indebitamente agevolazioni fiscali ed economiche e non sostegni di natura assistenziale; nel merito riteneva violata la Direttiva Europea 109/2003 la quale stabilisce che “il soggiornante di lungo periodo gode dello stesso trattamento dei cittadini nazionali per quanto riguarda ... le prestazioni sociali, l’assistenza sociale e la protezione sociale ai sensi della legislazione nazionale”. L’avv. Gennaro Capparelli, dunque, molto soddisfatto per il risultato ottenuto per il suo assistito, dichiara che si tratta di una sentenza che rende giustizia e fa chiarezza nel rispetto della gerarchia delle fonti di diritto stabilendo che ci sono trattati internazionali e direttive sovranazionali, nello specifico europee, alle quali il legislatore nostrano è sempre tenuto ad uniformarsi e rispettarle.