«Anziché accreditare il salario di luglio e la quattordicesima mensilità, l’Amaco – società che vanta a gonfio petto un utile di bilancio – ha convocato un incontro per il prossimo 4 agosto. Come dire: mette le mani avanti perché, probabilmente, non soddisferà i lavoratori con la corresponsione di quanto ad essi dovuto». Inizia così la nuova nota divulgata in giornata dalla Faisa-Cisal. Si tratta del sindacato che tutela gli autoferrotranvieri.

«Da Sindacato in prima linea – si legge ancora – abbiamo intanto proclamato una seconda azione di sciopero, per il prossimo 13 ottobre, in relazione ai premi e ticket restaurant non retribuiti, al ritardo nell’elargizione salariale, alle ripercussioni negative dei ritmi di lavoro sulla salute dei lavoratori. E non mancheremo di affrontare le altre problematiche generate da un modus operandi aziendale ben lontano dal costituire un modello da emulare».

La Faisa Cisal affonda il colpo. «L’ultima trovata di Amaco – continuano le sigle – ci costringe ad osservare e a segnalare all’opinione pubblica come lo sciopero del 9 luglio u. s., partecipatissimo, sia evidentemente stato dall’Azienda derubricato a mero “incidente di percorso”, atteso che nessun cenno di riscontro, né tempestivo confronto con il Sindacato hanno fatto seguito alla protesta – più che motivata – dei lavoratori. Alle criticità già sul tavolo si aggiunge oggi il (vano) tentativo di confondere il Sindacato con la convocazione di un incontro, del tutto pleonastico, inteso a discutere intorno ad elementari diritti del lavoro, come la paga, che andrebbero invece esclusivamente garantiti nei tempi previsti».

I sindacati chiudono il loro intervento invocando rispetto. «Ad Amaco abbiamo già comunicato che non prenderemo parte all’incontro e chiesto di onorare gli impegni verso i propri dipendenti, anche in ragione del fatto che – al di là dei ritardi nell’incasso della bimestralità – la Società (è bene ricordarlo) ha incamerato il 100% dei corrispettivi regionali per servizi che, nel periodo COVID-19, non sono stati resi all’utenza, se non in misura assai, assai residuale. Vogliano fatti e rispetto per i lavoratori. Ora più che mai».