Condannato a 30 anni in primo grado per l'omicidio Cracolici-Furlano, è stato subito rimesso in libertà. Per i due capiclan vibonesi considerati responsabili del duplice omicidio di Antonio Lo Giudice e Roberto Soriano è stata esclusa la premeditazione e sono passati dall’ergastolo a 30 anni di pena
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Un’assoluzione, cinque condanne riformate e due confermate. È questo il bilancio della sentenza emessa questa mattina dalla Corte d’assise d’appello di Catanzaro – presidente Piero Santese, giudice a latere Elvezia Cordasco – in merito al procedimento su omicidi e sequestro di persona relativi al maxi processo Rinascita Scott.
È stato assolto (e ne è stata disposta l’immediata scarcerazione) per non aver commesso il fatto Antonio Ierullo. L’imputato, difeso dall’avvocato Sergio Rotundo, è accusato del duplice omicidio Alfredo Cracolici e Giovanni Furlano avvenuto il 9 febbraio 2002 e per il quale Ierullo era stato condannato a 30 anni in primo grado. Per questo stesso delitto, perpetrato in contrada Muraglie di Vallelonga a colpi di mitragliatore kalashnikov e fucile calibro 12, è stato confermato l’ergastolo per Domenico Bonavota.
Rinascita omicidi, pena ridotta per i boss Accorinti e Razionale
Pena ridotta dall’ergastolo a 30 anni di reclusione per i boss Giuseppe Antonio Accorinti e Saverio Razionale (difeso dagli avvocati avvocati Giuseppe Monteleone, Nico D’Ascola e Gianni Puteri), considerati responsabili del duplice omicidio di Antonio Lo Giudice e Roberto Soriano, avvenuto nel 1996. A mitigare la pena nei loro confronti è stata l’esclusione da parte della Corte dell’aggravante della premeditazione.
Secondo la ricostruzione accusatoria, Soriano e Lo Giudice si sarebbero recati da Accorinti per chiedere aiuto in seguito al furto dell’auto della fidanzata di Lo Giudice. Accorinti, boss di Zungri, avrebbe però avvisato della cosa Saverio Razionale, boss di San Gregorio D’Ippona che aveva un conto in sospeso con Roberto Soriano accusato di due agguati ai suoi danni. Soriano e Lo Giudice sarebbero dunque stati attirati in una trappola trovandosi al cospetto di Razionale e Accorinti. Entrambi hanno perso la vita in quel frangente: Lo Giudice con un colpo di pistola alla testa e dato alle fiamme in un’auto. Soriano torturato affinché confessasse gli agguati e poi ucciso e trinciato nel terreno con un trattore.
Esclusa l’aggravante mafiosa per il sequestro di Rocco Ursino
È stata esclusa l’aggravante delle modalità mafiose nei confronti di Antonio Vacatello, la cui condanna è stata è stata riformulata in 17 anni e 8 mesi (30 anni in primo grado) e per Pantaleone Maurizio Garisto e Valerio Navarra in 11 anni, un mese e 10 giorni di reclusione (20 anni in primo grado). Nei loro confronti l’accusa riguardava il sequestro di persona di Rocco Ursino, vibonese residente a Imbersago. La vittima – dalla quale Vacatello pretendeva la restituzione della somma di 6000 euro – sarebbe stata prelevata a Cernusco sul Naviglio e portato in una casa a Seregno dove, immobilizzato a una sedia è stato più volte percosso. Infine è stato costretto a tornare in Calabria con i suoi sequestratori che lo avrebbero portato in casa dei suoi genitori vessandolo per la restituzione della somma da parte del padre e della madre. Intento non riuscito perché la vittima non disponeva di tutto il denaro.
La Corte ha escluso Ierullo, Vacatello, Garisto e Navarra dal risarcimento del danno cagionato alle costituite parti civili.
Confermata la condanna a 14 anni del collaboratore di giustizia Andrea Mantella per l’omicidio di Filippo Gangitano, cugino del collaboratore, ucciso il 27 gennaio 2002 e il cui corpo non è mai stato ritrovato